Bruxelles – La Commissione europea ha presentato il pacchetto di proposte sugli scambi commerciali annunciato dal presidente Jean-Claude Juncker durante il suo discorso sullo Stato dell’ Unione, che mirano a “difendere gli interessi strategici”, ma non vanno interpretate nell’ottica di una spinta protezionista. “Non è nostra intenzione diminuire gli investimenti, soprattutto quando portano posti di lavoro”, ha detto il vice presidente Jyrki Katainen. “Vogliamo semplicemente sapere cosa succede a livello commerciale e assicurarci che nessuna acquisizione comprometta la sicurezza degli Stati membri”.
Una misura riguarda la creazione di un sistema di screening per gli investimenti. Ideato per contrastare gli abusi della globalizzazione e modellato su meccanismi di riesame nazionale già in vigore in 12 stati, lo screening dovrebbe fornire ai singoli paesi strumenti migliori per valutare pro e contro di eventuali acquisizioni nel loro territorio da parte di società straniere. Tra questi, rientra la possibilità di scambiarsi informazioni con altri stati membri e con la Commissione, chiamata a dare un parere non vincolante se le acquisizioni hanno conseguenze su più Stati membri.
“Nessuno impedirà agli Stati di decidere cosa fare delle imprese nel loro territorio”, ha detto Katainen. “Tuttavia, se una società decide di acquisire una struttura finanziata con Horizon 2020 o parte di una rete energetica transfrontaliera, è giusto che tutta l’Europa lo sappia e si esprima su una questione che è di interesse comune”.
Per migliorare la qualità e la trasparenza degli accordi, la Commissione ha poi pensato di dar vita a un gruppo consultivo di coordinamento formato dai rappresentanti dei sindacati, delle associazioni dei consumatori e delle organizzazioni ambientali. L’organo, che collaborerà con il comitato sociale, “non interromperà il dialogo con i cittadini e gli Stati membri che andrà avanti come di consueto”, come ha assicurato il commissario per il commercio Ue Cecilia Malstroem.
Il pacchetto sugli accordi commerciali include inoltre bozze di mandato per iniziare i negoziati con Australia e Nuova Zelanda che dovrebbero aumentare le esportazioni Ue di un terzo. Malstroem ha spiegato che gli accordi che la Commissione europea sta portando avanti con questi Paesi hanno un carattere esclusivamente commerciale. Non si fa quindi alcuna menzione alla parte sulla protezione degli investimenti che, come esplicitato da una sentenza della Corte, richiede l’approvazione del Parlamento e degli Stati membri.
La Commissione si propone infine di pubblicare nuove proposte sui mandati di negoziato e di dare vita a un tribunale che giudichi in merito alle controversie commerciale. A questo proposito, Malstroem ha detto: “L’ISDS ha delle manchevolezze e va riformato. Per questo abbiamo pensato ad un tribunale che possa decidere, sì in base agli accordi esistenti ma anche alle nostre posizioni degli ultimi anni”.
A margine dell’incontro, Malstroem ha poi dichiarato che l’accordo di libero scambio con il Canada è stato finalizzato mentre per quelli con Vietnam e Singapore bisognerà aspettare la fine del mese. Arriverà invece a fine anno quello con il Giappone.