Dall’inviato
Strasburgo – Tutto e subito, in una dimostrazione concreta del valore dell’Unione europea. L’Aula del Parlamento europeo ha approvato lo stanziamento di 1,2 miliardi di euro a favore dell’Italia per gli interventi di prima ricostruzione nelle aree centrali del Paese colpite dal terremoto nel 2016 e quest’anno. Risorse che saranno a disposizione delle autorità nazionali “al più tardi per metà ottobre”, assicura Giovanni La Via (Ppe), relatore del testo ha sostenuto a larghissima maggioranza. Alla fine si contano 658 voti favorevoli, appena 6 contrari, 26 astenuti. Il risultato di quello che a Strasburgo si considera un vero e proprio capolavoro.
Reperire le risorse non è stato un esercizio semplice. Per attivare questa dotazione finanziaria si è attinto a tre diversi bilanci, quelli del 2016 (tra quanto non era stato speso), del 2017 (tutto lo spendibile, vale a dire 75% delle dotazioni, perché il restante 25% serve in caso di altre calamità) e del 2018 (si chiede un anticipo di 300 milioni). Un’operazione contabile “complicata” ma comunque messa in atto, con cui “si vuole dare segno concreto della solidarietà europea dopo il terremoto”, sottolinea ancora un soddisfatto La Via. E poi il risultato politico. Si è trovato il modo di garantire un’approvazione rapida che permetterà l’erogazione dei fondi in tempi immediati. In Consiglio la bozza di bilancio rettificativo per il 2017 contenente gli aiuti da 1,2 miliardi per l’Italia è stata firmata il 4 settembre, l’Aula del Parlamento l’ha approvata oggi, e la Commissione “ha promesso che approverà i documenti necessari prima della prossima riunione del collegio dei commissari”. Vuol dire che al più tardi mercoledì mattina anche l’esecutivo comunitario chiuderà l’iter procedurale permettendo lo sblocco delle risorse. Le risorse saranno gestite dall’Italia, ma l’Ue verificherà l’uso corretto del pacchetto di aiuti. “Non escludiamo missioni in Italia” per monitorare, anticipa La Via.
A livello politico il ruolo da protagonista rischia di ritagliarselo il gruppo Enf, che racchiude anche la Lega Nord. Il partito di Matteo Salvini ha votato in blocco per il via libera ai fondi, con l’eccezione proprio del segretario leghista, assente al voto. Presenti, eccome, i quattro alleati di Salvini del Pvv, il partito olandese dell’ultradestra euro-scettica guidato da Geert Wilders. André Elissen, Marcel de Graaf, Olaf Stuger, Auke Zijkstra contrari ad aiutare l’Italia.
“L’Europa ha dato prova di sensibilità e solidarietà nel rendere disponibile una somma importante per aiutare le popolazioni colpite da un evento catastrofico come quello di un anno fa,” ha detto David Sassoli. Secondo il vicepresidente del parlamento europeo si tratta di “una decisione senza precedenti” con la quale “l’Europa dimostra di essere utile per la vita dei cittadini in difficoltà”.
Soddisfatto il Pd. “1,2 miliardi di euro rappresentano, in assoluto, il finanziamento più alto mai impegnato dall’UE in risposta a una calamità naturale”, ha dichiarato il dem Andrea Cozzolino, vice presidente della commissione Sviluppo regionale del Parlamento europeo. “Basti pensare che a partire dal 2002, anno di istituzione del Fondo, per l’intera Europa sono stati stanziati meno di 5,1 miliardi di euro”, ha continuato.
Non sono d’accordo i Cinque Stelle. Gli eurodeputati pentastellati Marco Valli, Rosa D’Amato e Laura Agea scrivono in una nota di aver votato a favore dello stanziamento “per senso di responsabilità” ma parlano del finanziamento europeo come di un “un atto dovuto” da parte di un’istituzione che “non regala niente”, e anzi, con le sue politiche d’austerità “impedisce di sviluppare piani lungimiranti per combattere il dissesto idrogeologico”.
Secondo Valli, D’Amato e Agea, poi “i fondi europei copriranno appena il 6% delle spese relative al danno stimato” e sono pochi, troppo pochi, a fronte dell’Italia che “contribuisce per oltre 14 miliardi, ricevendone sempre meno di quanti ne versa, su un bilancio che ammonta a 145 miliardi”. Ciò nonostante, il M5S pensa che sia importante che questi soldi “non vengano sprecati ma utilizzati per soddisfare i reali bisogni dei cittadini in difficoltà” e promette di vigilare sulla loro destinazione.