Bruxelles – La Polonia ha un mese di tempo per rispondere alle preoccupazioni di Bruxelles riguardo l’ indipendenza della magistratura nel Paese dopo la tanto criticata riforma della Giustizia. Se non lo farà, la Commissione “potrà decidere di deferire il caso alla Corte di giustizia europea”.
Il parere motivato che è stato inviato a Varsavia è il secondo passo della procedura di infrazione aperta lo scorso luglio contro la Polonia, accusata di aver riformato il sistema giudiziario in modo potenzialmente autoritario e discriminatorio.
Le nuove norme sull’organizzazione dei tribunali danno al ministro della giustizia il potere, assolutamente discrezionale, di prolungare il mandato dei giudici che hanno raggiunto l’età pensionabile, nonché quella di nominare e destituire i Presidenti della corte. Secondo Bruxelles ciò consente “al ministro della Giustizia di influenzare i magistrati, ad esempio attraverso i vaghi criteri del prolungamento del loro mandato, aspetto che mina il principio dell’inamovibilità del giudice”.
Altra fonte di preoccupazione è l’introduzione di una diversa età pensionabile per uomini e donne. La misura sarebbe infatti “contraria all’articolo 157 del Trattato sul funzionamento dell’Unione europea (TFEU) e alla direttiva 2006/54 sull’eguaglianza fra i generi sul luogo di lavoro”
La Polonia ha già respinto a fine agosto tutte le accuse riportate nella lettera di messa in mora ma la Commissione “è ancora convinta che il diritto polacco sia incompatibile con quello comunitario” e si aspetta nuove, e più soddisfacenti risposte entro un mese.