Roma – Al governo italiano è piaciuto molto il discorso del presidente della Commmissione europea, Jean Claude Juncker, sullo stato dell’Ue. Assai meno soddisfatte le opposizioni, inclusi gli alleati dello stesso Juncker nel Ppe. È questo il bilancio delle reazioni all’intervento in cui il lussemburghese ha tracciato un bilancio e lanciato proposte per il futuro dell’Unione europea. È lo stesso presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni, a ringraziare su Twitter il capo dell’esecutivo comunitario per il riconoscimento dell’impegno nell’accoglienza dei migranti: “Grazie a Juncker per le sue parole sull’immigrazione e per l’alto profilo europeista del suo discorso sullo stato dell’Ue”.
Grazie a @JunckerEU per le sue parole sull'immigrazione e per l'alto profilo europeista del suo discorso sullo stato dell'UE
— Paolo Gentiloni (@PaoloGentiloni) September 13, 2017
Al di là di questo apprezzamento diretto nei confronti del nostro Paese, il governo ha gradito anche le proposte. Marco Piantini, consulente di Gentiloni per gli affari europei, partecipando a un incontro organizzato a Roma dalla Rappresentanza della Commissione europea in Italia, ha definito “interessanti” gli stimoli offerti da Juncker e le iniziative annunciate. Anche se, ha precisato, “bisognerà vedere come si tradurranno in testi normativi”.
Piantini ha concordato con la direttrice della Rappresentanza della Commissione in Italia, Beatrice Covassi, la quale ha sottolineato il maggior livello di “ambizione” del discorso di Juncker rispetto a quello pronunciato lo scorso anno. E sono proprio le proposte più forti – quella sul ministro delle Finanze europeo, quella sulle liste transnazionali per l’elezione del Parlamento Ue e quella di unificare la presidenza della Commissione e del Consiglio – a destare il maggiore interesse. L’esecutivo italiano, ha assicurato il consigliere del premier, sosterrà queste proposte e contribuirà a individuare con gli altri partner il modo migliore per realizzarle.
Se dal fronte del governo le parole di Juncker hanno ricevuto apprezzamento, è dalle opposizioni che arrivano le critiche. E le più aspre, con qualche sorpresa, arrivano proprio dal principale partito italiano iscritto al Ppe, lo stesso partito europeo del presidente dell’esecutivo comunitario. “Juncker non è credibile, è stato un pessimo presidente della Commissione, il suo piano per gli investimenti è miseramente fallito, non ha alcuna credibilità per proporre alcunché”, tuona Renato Brunetta, capogruppo dei deputati di Forza Italia.
La preoccupazione è che le proposte del lussemburghese vadano a consolidare quella che l’esponente azzurro considera “l’egemonia della Germania”. Per questo dice “no al ministro delle Finanze europeo, se questo volesse dire commissariamento da parte della Germania di tutti gli altri Paesi Ue”. Il deputato forzista incalza: “La nostra idea di Europa è un’idea di Europa della crescita, dello sviluppo, degli investimenti, ma non attraverso l’egemonia della Germania. Questo sia ben chiaro”. Il pericolo da scongiurare, per Brunetta è “che la Germania si appropri anche del controllo della finanza pubblica dei singoli Paesi”.