Bruxelles – Altri guai in vista per la Volkswagen. Dopo Italia, Portogallo, Spagna e Belgio, altri quattro Paesi hanno deciso di aderire alla class action che mira a istituire una causa di risarcimento contro la casa automobilistica tedesca implicata nel Dieselgate. Si tratta di Lituania, Svizzera, Slovacchia e Slovenia.
Da oggi fino al primo Ottobre, anche i cittadini di questi Stati membri potranno quindi rivolgersi alle organizzazioni di riferimento o utilizzare la piattaforma myRight per provare a far valere i propri diritti di consumatori. L’unica prova che si richiede loro di esibire, è un documento che certifichi l’acquisto di una vettura Volkswagen, Audi, Seat e Skoda con motore EA189 Euro 5 e dispositivo EGR, nel periodo compreso tra il 15 Agosto 2009 e il 26 Settembre 2015. Tutte le macchine con questi requisiti sono infatti state oggetto di richiamo da parte del gruppo Volkswagen, dopo la scoperta del software che riusciva ad aggirare i controlli sulle emissioni.
“Dall’Italia si allarga la consapevolezza nel resto d’Europa di voler vedere Volkswagen rispondere concretamente delle proprie responsabilità, proprio come già successo negli USA”, ha commentato Marco Pierani, direttore delle relazioni esterne di Altroconsumo, l’organizzazione di consumatori italiana che ha promosso la class action. “Non accetteremo accordi sottobanco in nome della salvaguardia del benessere del mercato dell’industria automobilistica. I grandi player del mercato si comportino di conseguenza: hanno ingannato i consumatori, risarciscano quanto tolto”.
In Italia sono circa 650.000 i cittadini che, in caso di vittoria nel processo, potrebbero ottenere un risarcimento pari al 15% del prezzo d’acquisto dell’auto. I consumatori che non hanno ancora aderito alla class action, possono farlo entro il primo ottobre. Per la prima udienza, che si svolgerà nel Tribunale tedesco competente, bisognerà invece aspettare il 6 Dicembre. A sostenere la causa dei consumatori, oltre allo studio legale Hausfeld, ci sarà anche il Beuc, l’Ufficio europeo dell’Unione dei consumatori.