Bruxelles – Theresa May ce l’ha fatta, qualche spavento, molti malumori, ma alla fine il “Great Repeal Bill” ha fatto il suo primo passaggio a Westminster senza traumi.
Il Regno Unito uscirà dall’Unione europea e dal momento in cui il divorzio sarà effettivo, come conseguenza naturale, nessuna legge europea avrà più la potestà su quelle emanate dal Parlamento britannico. Il principio di “supremazia del diritto europeo” stabilito dallo European Communities Act del 1972, con cui il Paese era entrato a far parte delle allora “comunità europee”, con la Brexit verrà cancellato.
Il primo passo concreto mosso dal Regno Unito in questa direzione è arrivato nella tarda serata di ieri, con il voto di approvazione del Great Repeal Bill: una legge quadro destinata non solo ad abrogare l’European Communities Act, ma anche ad assorbire le norme europee all’interno del codice delle leggi britanniche. Norme che, una volta divenute “britanniche”, potranno essere modificate dal Parlamento di Westminster dopo il 2019.
Il Great Repeal Bill permetterà dunque al governo della Regina, di mettere fine alla supremazia della legge europea nei territori d’oltremanica, mantenendo la promessa di “ritorno alla sovranità nazionale” sbandierata durante la campagna elettorale per il voto sulla Brexit, nonché di evitare un vero e proprio “vuoto normativo” nel Paese in tutte quelle materie che negli ultimi 45 anni sono state disciplinate dall’Ue.
Il voto di approvazione della legge quadro, preceduto da un lungo dibattito alla Camera dei Comuni, si annunciava tutto meno che scontato, vista l’opposizione ferma dei laburisti e le spaccature interne al partito conservatore della premier May. Tuttavia, la fragile maggioranza composta dai Tories e dal Partito Unionista Irlandese ha retto, ottenendo anche il voto di sette deputati laburisti e arrivando a una maggioranza di 326 voti favorevoli contro 290 contrari. Uno solo il conservatore ad aver votato contro l’approvazione del provvedimento.
La premier Theresa May, come riportato dal Guardian, ha parlato di una “decisione storica a sostegno del volere del popolo britannico”, oltre che di un passo importante per dare maggiore “chiarezza e certezza” al processo in corso. “Anche se c’è ancora molto da fare, questa decisione ci permette di procedere con i negoziati con fondamenta solide” ha affermato May, incoraggiando tutti i parlamentari britannici a “lavorare insieme”. I prossimi step, infatti, prevedono che la legge passi all’esame delle commissioni parlamentari per poi ritornare in discussione alla Camera dei comuni il prossimo Ottobre. E le difficoltà sembrano non essere poche visto che già alcuni deputati conservatori hanno avvertito la May che la garanzia del loro appoggio non sara “priva di condizioni”.
Critiche da parte dei deputati conservatori Dominic Grieve e John Penrose sono state mosse anche nei confronti del cosiddetti “poteri di Enrico VIII” previsti dal Bill e che daranno la facoltà al governo britannico di modificare le leggi senza alcun controllo da parte del Parlamento. “La legge è necessaria se vogliamo lasciare l’Ue in modo ordinato – ha dichiarato Grieve – ma ciò non significa che il processo non debba essere oggetto dei necessari scrutini e non giustifica il governo ad assumere poteri eccessivi”. La questione è stata criticata pesantemente anche dalle opposizioni laburiste con il Segretario ombra per la Brexit, Keir Starmer, che ha parlato di un “affronto alla democrazia” e di un “assalto al potere da parte del governo” che “lascia i diritti senza protezione e zittisce il parlamento su decisioni importanti”.