Roma – Lo spostamento del M5s verso posizioni sempre più dialoganti sull’Euro e l’Unione europea prosegue man mano che ci si avvicina alla fine della legislatura. La strategia dei pentastellati per conquistare il governo del Paese sembra addirittura quella di archiviare il referendum per l’uscita dalla moneta unica. Dopo il riposizionamento stabilito dallo stesso leader pentastellato, Beppe Grillo, le tappe della svolta sembrano ormai affidate al vicepresidente della Camera, Luigi Di Maio.
A Cernobbio, l’esponente più accreditato come candidato del Movimento 5 stelle alla Presidenza del Consiglio – la designazione avverrà con le consultazioni online tra gli attivisti e sarà ufficializzata il 24 settembre prossimo – ha confermato all’establishment politico ed economico internazionale la disponibilità al dialogo. Oggi, in un’intervista radiofonica, fa ancora di più. Prima ammette che la via del referendum sull’euro è pressoché impraticabile: “Ci vuole un’apposita legge che richiede molto tempo”, spiega alludendo a una riforma della Costituzione per consentire il voto popolare sui trattati internazionali. Poi sottolinea che anche “da Macron ai leader di altri Paesi, a cominciare dalla Spagna”, arrivano “parole critiche sui trattati europei”. Quindi annuncia di voler “mettere sul tavolo” anche le critiche avanzate dai 5 stelle per poi cercare soluzioni insieme con gli altri partner.
Per intavolare il dialogo, però, è necessario guadagnarsi una certa credibilità. Così, Di Maio non si lascia attrarre da un gioco al rialzo con il segretario del Pd, Matteo Renzi, sulle forzature alle regole europee di bilancio. Il leader dem ha annunciato di voler portare il deficit al 3% del Pil, e il giornalista chiede se un esecutivo a guida M5s, invece, sforerebbe quel parametro. La risposta tranquillizza mercati e partner: “Se andremo al governo faremo una seria ‘spending review’ per tagliare le spese inutili”, annuncia Di Maio. “La nostra legge sul reddito di cittadinanza”, indica, “si alimenta con la rimodulazione delle spese inutili, a partire dalle pensioni d’oro, passando ai tagli alla Pubblica amministrazione e altri settori altamente inquinanti. Poi però dobbiamo dircelo”, aggiunge, “non si può governare il Paese solo tagliando le spese inutili, ma investendo sulla ‘smart nation’ e l’innovazione tecnologica”.
Rincuorati quanti temono una deriva ‘spendacciona’ dell’Italia con un governo a 5 stelle, ecco l’annuncio della disponibilità ad archiviare la consultazione sull’Euro. “Invece di ricorrere al referendum”, indica Di Maio, “mettiamo sul tavolo queste critiche comuni e diffuse (nei confronti dei trattati europei, ndr) per farle diventare realtà”. Avviare un confronto sulle regole, dunque, per evitare la consultazione sulla moneta unica.