Roma – L’alta rappresentante per la Politica estera e di sicurezza dell’Ue, Federica Mogherini, auspica “che si possa arrivare all’avvio della Pesco”, la cooperazione strutturata permanente promossa da Italia, Francia, Germania e Spagna per la difesa comune, già entro la fine di quest’anno”, e “ci sono le carte in regola per poterlo fare”. È l’ambasciatore Luca Franchetti Pardo, in audizione davanti al Comitato politica estera della Camera, a esprimere la fiducia del governo italiano nell’avvio del progetto prima del 2018.
“La difesa è il settore che forse ha sofferto di più dell’immobilismo all’interno dell’Unione europea, e paradossalmente, adesso, è invece il settore in cui si nota il dinamismo maggiore”, indica il rappresentante italiano presso il Comitato politico e di sicurezza del Consiglio dell’Unione europea.
La Pesco “ha avuto un’accelerazione”, e al momento si sta lavorando alla definizione dei criteri e dei parametri, e si sta già riflettendo sui possibili progetti” da lanciare, riporta il diplomatico. Si tratta di iniziative che devono avere “la caratteristica di dare un valore aggiunto capacitativo all’Ue, e che al contempo permettano alle industrie di lavorare in maniera più razionale, usufruendo anche degli incentivi del Fondo europeo per la diesa”.
Da definire anche la questione della governance della cooperazione strutturata. “Si sta andando verso un doppio livello”, rivela l’ambasciatore. Al primo “partecipano i Paesi della Pesco, con gli altri eventualmente come osservatori”, e “gestiscono il processo Pesco in quanto tale”. Poi, a livello delle singole iniziative, “i Paesi che partecipano e investono in un progetto hanno un potere decisionale su quel progetto”, che rimane di proprietà dei partecipanti, “ma con l’impegno a metterlo a disposizione come capacità qualora l’Unione europea dovesse averne bisogno”.