Bruxelles – Attuazione delle sanzioni approvate dal Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite (Onu), garantire che lo stesso venga fatto da tutti i partner internazionali e valutare misure sanzionatorie aggiuntive: questi i pilastri della strategia presentata dall’Alto rappresentante per la politica estera e di sicurezza dell’Unione, Federica Mogherini, per allentare l’escalation tra la Corea del Nord e la comunità internazionale. “Non c’è soluzione militare” ha ribadito più volte Mogherini di fronte agli eurodeputati insistendo, invece, sulla necessità di “esercitare la massima pressione possibile sul Paese cercando, nel contempo, una soluzione pacifica alla crisi tramite un dialogo politico sensato e credibile.
Per fare questo, ha sottolineato l’Alto rappresentante di fronte al Parlamento europeo, “dimostrare che la comunità internazionale è unita nelle azioni intraprese” è di cruciale importanza. “La nostra unità – ha dichiarato – è la garanzia migliore che possiamo avere perché non si incrementi l’escalation”. E per questo, Mogherini si è detta soddisfatta della decisione unanime arrivata ieri dal Consiglio di sicurezza che ha adottato nuove sanzioni contro Pyongyang, grazie all’intesa finale raggiunta tra Stati Uniti, Russia e Cina, i quali hanno trovato l’accordo su misure più “morbide” rispetto a quelle proposte inizialmente dal Presidente americano Donald Trump. La risoluzione adottata prevede uno stop alla fornitura di gas naturale e derivati del petrolio alla Corea del Nord oltre la soglia di 500mila barili per tre mesi a partire dal primo di ottobre e oltre 2 milioni di barili all’anno a partire dal primo gennaio 2018. Oltre a ciò, è stato imposto il divieto di export di prodotti tessili che costituiscono la seconda maggiore esportazione del paese e destinati per l’80% al mercato Cinese.
Le relazioni economiche tra l’Ue e la Corea del Nord non sono di “estrema rilevanza”, ha precisato Mogherini, ma ciò non toglie che l’Ue farà di tutto per garantire di esercitare la “maggiore pressione possibile”, lavorando con tutte le parti coinvolte per essere sicuri che tutti applichino le nuove sanzioni e continuando le discussioni già aperte sulla possibilità di adottare ulteriori misure da parte europea. Ciò che manca ancora per poter intavolare un processo di negoziati “che possano garantire risultati”, secondo Mogherini, è la “volontà politica da parte di Pyongyang” che, di fatto, ha risposto con toni piuttosto forti alla decisione presa del Consiglio di sicurezza dell’Onu. “La mia delegazione condanna nei termini più forti e categoricamente respinge l’ultima illegale risoluzione del Consiglio di sicurezza dell’Onu”, ha tuonato l’ambasciatore nordcoreano Han Tae Song, accusando l’amministrazione statunitense di essere “ossessionata dal gioco selvaggio di invertire lo sviluppo della forza nucleare della Corea del Nord, che ha già raggiunto la fase di completamento”. “Le prossime misure Corea del Nord della faranno soffrire agli Usa il più grande dolore che abbia mai sperimentato nella sua storia”, ha avvertito Han.