Il confronto tra le aspettative di Bruxelles per le elezioni tedesche e il modo in cui la campagna si sta sviluppando non potrebbe essere più sorprendente. In Germania i dibattiti si sono concentrati a stento sul futuro dell’Europa, mentre nella capitale europea l’aspettativa più diffusa consiste nel fatto che, dopo anni di politiche cariche di suspense, i risultati delle elezioni tedesche daranno all’Europa la stabilità di cui ha bisogno e un impulso alla sua rigenerazione. La lunga onda di ottimismo iniziata con le elezioni francesi giungerà a riva: il tandem Macron-Merkel sistemerà l’Europa e porrà fine a questo decennio di turbolenza.
Dal cuore dell’Europa, l’alleanza franco-tedesca raggiungerà un accordo sulla governance dell’Euro, sull’economia e sulla difesa. Molto presto una rinata Europa vedrà una Brexit ordinata – che in molti ritengono rafforzerà, non indebolirà l’Unione Europea – e troverà una nuova ragione di vita. Desideroso di riaffermare la leadership francese, Macron ha già messo molte carte sul tavolo, andando oltre le aree di crisi verso problemi più profondi quali democrazia e legittimità nell’Unione. L’opportunità che Merkel potrebbe sfruttare è di finalizzare quello che verosimilmente sarà il suo ultimo mandato alla guida del governo per lasciare la sua eredità al continente.
Ci sono, di certo, molte insidie in questo semplicistico modo di ragionare, basato sulle ipotesi secondo cui la Germania sia intenzionata a rinunciare ai suoi princìpi economici strenuamente difesi, che Merkel attualmente preferirebbe archiviare la confusione che ha caratterizzato la sua politica europea fino ad oggi, secondo cui un progresso sulla difesa farà davvero la differenza e secondo cui gli altri 26 Stati Membri (a parte il Regno Unito) seguiranno la linea con riconoscenza. Il tempo dirà se tutto ciò sia o meno illusorio. Viste da Bruxelles, queste elezioni non sono così noiose.