Continua Migrazioni. Il viaggio in poesia. Il secondo testo che Eunews ha deciso di proporre ai suoi lettori è opera di Qu Yuan, poeta e patriota cinese vissuto a cavallo tra il IV e il III secolo a.C. I versetti qui riportati sono tratti da Li Sao, un lungo componimento che inizia con una riflessione sulla situazione d’esilio dell’autore e continua con il racconto di un viaggio attraverso i paesaggi dell’antica Cina tra realtà e mitologia.
QU YUAN
Li sao, versi da 185 a 188, da 209 a 212, da 215 e 218, da 347 a 355 e da 367 a 370
[…]
Su di un carro a forma di fenice, tirato da quattro dragoni,
m’innalzo verso il cielo, in un turbinio polveroso.
Partii al mattino, iniziando il viaggio da Ts’ang-wu,
giunsi alla sera ai giardini pensili del Paradiso.
[…]
Chiesi al divino guardiano di aprirmi la porta,
ma egli, appoggiandosi ad essa, si limitò a guardarmi.
Imbruniva: il giorno stava ormai per finire
ed io ancora indugiavo, intrecciando orchidee.
[…]
Al mattino decisi di traversare le Acque Bianche
per salire al Picco di Lang-feng, dove legai i miei destrieri.
Ma guardatomi intorno, scoppiai in un pianto improvviso,
perché su quell’alto colle non c’era neppure una donna.
[…]
Mi mossi al mattino partendo dal Fiume Celeste,
giunsi alla sera nell’Estremo Occidente.
Fenici volavano intorno, circondando i miei stendardi,
e s’innalzavano in alto con un maestoso battere d’ali.
Arrivai prestissimo alle Sabbie che corrono
e seguii lentamente il corso del Fiume Rosso.
Ordinai ai miei dragoni di portarmi sull’altra riva,
invitai il Dio d’Occidente a garantirmi un sicuro passaggio.
Lunga era la strada dinanzi e irta di difficoltà!
[…]
Ma quando fui salito in alto, su nello splendore del Cielo,
d’un tratto m’apparve in basso il mio villaggio natio.
Triste si fece l’auriga ed i cavalli esitanti
abbassarono la testa e non avanzarono oltre.