Bruxelles – Italia seconda in Europa nel mercato della robotica. Questo è uno dei dati principali che emerge dal report dell’Istituto per la Competitività I-Com, “Il futuro dell’industria europea. Digitalizzazione, Industria 4.0 e il ruolo delle politiche nazionali ed europee”. Il nostro Paese, con una quota di vendita di robot industriali dell’2,6% a livello globale, risulta preceduto soltanto dalla Germania, con il 7,9%, e precede a sua volta la Francia, ferma all’1,2%. L’Europa nel suo insieme costituisce il secondo mercato di robotica al mondo, dopo l’Asia.
Nonostante i dati positivi in termini di vendite, che hanno raggiunto un record di 6.700 unità nel 2015, il nostro Paese, come evidenzia il report, mostra ancora ritardi rispetto al contesto internazionale sul fronte dell’industria 4.0, principalmente a causa del divario in materia di reti di connessione e di competenze della forza lavoro.
In termini di preparazione dei Paesi all’Industria 4.0, la Finlandia è al top della classifica europea, grazie all’adozione di tecnologie come servizi di cloud computing e strumenti di analisi dei Big Data e il livello elevato di occupazione, sia di specialisti nel settore delle tecnologie dell’informazione e delle comunicazioni, sia di data analyst. A seguire si trovano Olanda, Germania e Danimarca, mentre l’Italia è soltanto al 18esimo posto, più vicina ai paesi che registrano le performance peggiori, tra cui figurano Romania e Bulgaria.
Per quanto riguarda la produzione, invece, il nostro Paese riflette una significativa integrazione di robot nella propria attività industriale, per la quale si stima una crescita di qui al 2019 del 35%, fino a raggiungere 9.000 unità. Molti, secondo il presidente di I-Com Stefano da Empoli, sono i segnali che indicano che “il sistema Italia si stia muovendo nella giusta direzione”. Tuttavia, ha chiarito: “Non dobbiamo sottovalutare la portata della sfida, specie rispetto alle competenze che sono necessarie alle imprese per avere successo nel nuovo ecosistema e alla connettività, dalla banda ultralarga al 5G”.
Ciò che più preoccupa, in generale, sono le previsioni che vedono un incremento notevole delle quote di mercato asiatico nei prossimi due anni, con la Cina che dovrebbe crescere fino a raggiungere il 38,6% nel 2019, rispetto al 27% del 2015. E questo, nonostante i dati positivi, sarà causa di un calo della quota italiana a livello globale fino al 2,2%. Già oggi, come evidenzia il report, il 63,3% delle vendite si concentra in Asia e in Australia, contro il 19,7% dell’Europa.
“Non c’è dubbio che il futuro dell’industria europea sia di importanza strategica”, ha ricordato l’ambasciatore Giovanni Pugliese, durante l’iniziativa organizzata per il lancio del report al Parlamento europeo, sottolinenando che “l’industria costituisce il driver principale della crescita europea”. “Di fronte ai giganti asiatici l’unica risposta possibile è fare sistema con i principali Paesi Ue, a cominciare dalla Germania”, ha invece precisato da Empoli. Ne è convinta anche Patrizia Toia, eurodeputata socialista: “Lo sviluppo di un’industria 4.0 competitiva è un passo fondamentale e ciò che serve, a livello europeo, è incoraggiare la convergenza tra i diversi sistemi nazionali”. “C’è bisogno di un framework comune – ha precisato Toia – perché le divergenze tra stati possono danneggiare le industrie nazionali”. Per questo, l’europarlamentare ha promosso insieme ad altri colleghi una proposta di risoluzione che è stata approvata dal Parlamento europeo nel luglio scorso e in cui la Commissione europea viene invitata a elaborare una politica industriale comune.
A rassicurare sull’impegno dell’esecutivo europeo nel settore dell’industria 4.0 è stata la commissaria per l’Economia e la società digitale, Mariya Gabriel, che ha ricordato, tra le numerose iniziative prese dalla Commissione, quella di presentare una strategia per gli high-performance computer, fortemente voluta da Italia, Francia, Germania e altri paesi. “Siamo ambiziosi”, ha affermato la commissaria concludendo: “Potete contare su di me perché l’Ue possa diventare più competitiva nell’industria digitale”.