Bruxelles – Dopo il monito del presidente del Parlamento europeo Antonio Tajani, anche il capogruppo S&D a Strasburgo, Gianni Pittella, attacca la Commissione Ue sui rapporti commerciali con la Cina, avvertendo che i socialisti sono “fermamente contrari a un riconoscimento ‘de facto’ dello status di economia di mercato” al gigante asiatico, come avverrebbe, secondo l’esponente del Pd, con l’attuale proposta di riforma delle misure antidumping.
“Il gruppo S&D si è impegnato a respingere qualsiasi accelerazione della Commissione verso il riconoscimento della Cina come economia di mercato”, assicura l’eurodeputato che tuona: “Noi socialisti non passeremo alla storia per aver aperto il nostro mercato alla Cina trascurando completamente le conseguenze che questo potrebbe avere sulla manifattura e l’industria europee”.
“Attualmente non ci sono le condizioni per un accordo nel trilogo” tra Parlamento, Commissione e Consiglio sul nuovo regolamento anti-dumping, indica l’esponente del Partito democratico. I socialisti chiedono di non inserire “oneri di prova addizionali per le imprese europee” che denunciano comportamenti sleali, e che “vengano presi in considerazione anche il dumping sociale e ambientale” nel valutare se la concorrenza cinese sia leale o meno.