Bruxelles – Le Doc, le Dop, le Igp e tutte le protezioni delle produzioni agricole europee dovranno essere tutelate dalla Gran Bretagna dopo la Brexit così come lo sono ora in base alle norme europee. Lo scrive nero su bianco la Task force negoziale nel documento numero 11 “Position paper transmitted to EU27 on Intellectual property rights (including geographical indications)” inviato a Londra, con il quale, secondo alcuni osservatori, di fatto, si apre anche uno spiraglio per aprire le discussioni per gli accordi successivi alla separazione.
“Nel caso delle indicazioni di protezione geografica, di origine e altri protezioni in relazione ai prodotti agricoli (specialità tradizionali garantite e produzione tradizionale per il vino) protetti dalle leggi dell’Unione prima della data di separazione – è scritto nel paper elaborato dallo staff di Michel Barnier – il principio indica che il Regno Unito metterà in campo, a partire dalla data di separazione, la legislazione nazionale necessaria a garantire che la protezione continui. Questa protezione deve essere equiparabile a quella fornita dall’Unione europea”.
Nel documento, inviato ieri agli Stati membri e reso noto oggi, si sottolinea l’esigenza di questo capitolo nell’accordo poiché “attualmente non esiste una legislazione nazionale nel regno Unito sulla protezione della denominazione d’origine e delle indicazioni geografiche, così come altre misure di protezione in relazione ai prodotti agricoli”.
L’Italia è il Paese più interessato a queste norme, poiché ci sono la maggior parte delle indicazioni di protezione: secondo le informazioni del ministero per le Politiche Agricole, ci sono 291 prodotti Dop, Igp e Stg e poi ci sono 523 vini tra Docg, Doc e Igt.
In tutta Europa le Dop sono 1.761, le Igp 1.143, le Stg 56 e Ig spirits sono 338.