Roma – Se i piani di Londra per il negoziato sulla Brexit restano fumosi anche dopo il terzo round di trattative, quelli per il post divorzio dall’Unione europea sembrano invece ben definiti da tempo, almeno in materia di accesso dei cittadini europei al Regno unito. Secondo un documento riservato dell’esecutivo britannico, rivelato dal Guardian, l’intenzione è quella di accettare solo lavoratori “altamente qualificati” e tenere il più possibile le porte chiuse a quelli privi di specializzazione. Una portavoce del governo ha già detto che si tratta di un documento oramai già “vecchio” e modificato ampiamente, ma la sostanza non è stata smentita con chiarezza.
Nelle 82 pagine dell’Home office, datate agosto 2017 e classificate come estremamente sensibili, si propone l’introduzione di misure volte a ridurre gli arrivi di migranti non specializzati, ad esempio concedendo loro permessi di residenza di soli due anni, mentre a chi si presenta con elevate qualifiche verrebbero riconosciuti dai 3 ai 5 anni.
L’autorevole europarlamentare popolare tedesco Elmar Brok, membro della commissione sulla Brexit, ammonisce che la linea espressa dal documento “aumenterà la sfiducia in un momento cruciale” nel negoziato fra Londra e Bruxelles. Sadik Khan, il sindaco laburista e pro-Ue di Londra, nota che un atteggiamento di questo tipo “strozzerà l’economia della capitale”.
Il documento parla inoltre di una revisione del sistema di immigrazione, che restringerebbe i diritti di stabilirsi nel Regno unito per la maggior parte dei migranti europei e includerebbe maggiori vincoli anche al ricongiungimento familiare, restringendo di molto il significato di “famiglia”, limitandola solo ai parenti o affini più prossimi.
Per l’ingresso nel Regno unito sarà richiesto il passaporto a tutti i cittadini dell’Unione europea, e si propone di introdurre dei permessi di residenza temporanei con dati biometrici per chi, dopo la Brexit, si recherà nel Regno unito per più di qualche mese.
Il documento, riporta il Guardian, deve ancora ricevere l’avallo dei ministri dell’esecutivo. Sebbene esprima una posizione chiara e definita – e che ricalca la linea di chi vuole una hard brexit – è quindi passibile di modifiche. Variazioni che potrebbero arrivare non solo dalla discussione interna al governo Uk, ma anche dal fatto che le proposte, come si riconosce nello stesso ‘paper’, sono “soggette ai negoziati con l’Ue” sulle future relazioni bilaterali.