Bruxelles – Non si placano le polemiche e lo scontro politico sulle azioni intraprese dalla Commissione europea nei confronti della Polonia, a causa delle riforme giudiziarie promosse e adottate dal governo nei mesi scorsi. Ad aprire il dibattito sulla questione è il vicepresidente della Commissione e commissario per lo Stato di diritto, Frans Timmermans, che davanti agli eurodeputati ha tenuto a chiarire più volte la determinazione della Commissione nel procedere con le azioni intraprese. Ciò che si contesta alla Polonia, ha ribadito Timmermans “non è il fatto di voler riformare il sistema giudiziario, ma la violazione dello stato di diritto da parte delle leggi approvate”. Il vicepresidente ha spiegato che l’indipendenza del sistema giudiziario e la chiara separazione poteri sono fattori di fondamentale importanza, non soltanto per il Paese, ma anche per garantire “l’intero funzionamento dell’Unione”. “Il mercato interno – ha precisato – può funzionare soltanto se c’è piena fiducia tra governi e se tutti i cittadini sanno di poter avere accesso a giudici indipendenti e non se le sentenze vengono decise da una telefonata alla sede del partito”.
“Noi siamo aperti al dialogo e a trovare soluzioni costruttive”, ha ricordato il commissario, dichiarando di aver già “invitato i ministri polacchi a recarsi a Bruxelles”, ottenendo però un nulla di fatto da parte del governo polacco che, anzi, “attacca la Commissione sulla sua professionalità”. “Non mi interessa se mi chiamano incompetente o stupido – ha affermato Timmermans che ha poi tirato dritto sulle intenzioni della Commissione – in nessun modo molleremo, anche se la questione è politicamente difficile da risolvere”.
Dure le repliche rivolte al rappresentante dell’esecutivo europeo da parte di alcuni deputati polacchi presenti al dibattito in Aula, che hanno rivendicato il rispetto della sovranità e della Costituzione polacca da parte dell’Unione europea. “Lei ha il diritto di avere le sue idee – ha esordito Marek Jurek, appartenente al gruppo dei Conservatori e riformisti europei, – ma l’Unione è fondata sul rispetto e anche la Costituzione del mio Paese merita rispetto”. Tra i tanti, ad attaccare è stato anche un eurodeputato tedesco, Udo Voigt del gruppo Non iscritti, che ha accusato la Commissione di “non essere politicamente neutrale” e, anzi, di “influenzare l’opinione pubblica e sostenere le opposizioni al governo in Polonia”.
A chi ha espresso il parere che il governo polacco non stia facendo altro che approvare misure già in vigore in altri Paesi europei, invece, Timmermans ha risposto: “Andate a leggere i testi. Non c’è Paese, in Europa, dove il ministero della Giustizia possa licenziare un giudice”. “Oggi la Polonia è più sovrana, libera e con frontiere più sicure di quanto non sia mai stata in passato”, ha chiarito il commissario. “Non accetto si dica che l’Ue sottragga sovranità alla Polonia”, ha sottolineato Timmermans, concludendo che, al contrario, è proprio l’Ue “ad aver creato una Polonia libera e sovrana come non è mai stata”.
A commentare lo scambio di opinioni avvenuto tra il vicepresidente Timmermans e gli europarlamentari della commissione Libertà civili del Parlamento europeo, è l’eurodeputato Gianni Pittella (S&D): “La Polonia è uno stato sovrano – ha ribadito Pittella – e le azioni della Commissione europea non ne violano la sovranità”. Il leader dei socialisti, oltre a dare pieno appoggio alla linea di azione sostenuta dall’esecutivo europeo, ha ricordato che la Polonia come tutti gli altri Stati membri dell’Unione, ha la piena responsabilità di rispettare le leggi e i trattati che ha firmato e ratificato, e ha ammonito il Paese sul fatto che “lo stato di diritto non si dovrebbe piegare agli interessi politici”.