Bruxelles – Avviso ai passeggeri: dopo la Brexit le tutele in caso di ritardi, cancellazioni e negati imbarchi sull’aereo non saranno più garantiti. I risarcimenti fin qui assicurati dalle normative comunitarie rischiano seriamente di sparire su alcune tratte aeree, in particolare quelle servite da compagnie britanniche. Ecco, nella pratica, uno degli effetti pratici più immediati e fastidiosi dell’addio del Regno Unito dall’Ue. E’ quanto emerge da un’analisi sulle conseguenze della Brexit per la tutela dei consumatori realizzata per conto della commissione Mercato interno del Parlamento europeo. Il documento invita tutti a tenersi pronti nel caso dovesse verificarsi lo scenario peggiore, quello cioè di una scadenza dei termini per stabilire le condizioni di uscita di Londra dell’Ue. Dal 20 marzo 2019 potrebbe ‘sparire’ il diritto comunitario per i voli e di conseguenza la protezione dei viaggiatori comunitari.
E’ stato detto e ripetuto che se da qui al 10 marzo 2019 il Regno Unito e i Ventisette non dovessero riuscire a trovare un accordo sulle modalità di uscita e intessere nuove relazioni, rapporti bilaterali sulla base delle regole dell’Organizzazione mondiale per il commercio (Wto) sarebbe forse la soluzione più pratica. Ma rischia di non esserlo per i consumatori, perché pure in questo caso ci sono alcune aree, come quella della tutela dei consumatori, che rimarrà avvolta dall’incertezza.
L’Europa si prepara al peggio, poiché un’uscita britannica dall’Ue senza un’ammortizzazione delle sue possibili conseguenze negative (ciò a cui ci si riferisce con l’espressione “hard Brexit”) è quanto rischia di verificarsi qualora in due anni di negoziati non si dovesse raggiungere alcun accordo. “L’abbandono automatico dell’Unione europea – sottolinea lo studio – non rende questo scenario improbabile, considerando il periodo piuttosto limitato di due anni a disposizione per giungere ad un accordo”. Se dovesse davvero realizzarsi una siffatta situazione, ecco quindi che i diritti dei consumatori si verrebbero a sciogliere come neve al sole, e i primi a farne le spese saranno i passeggeri aerei.
Il regolamento comunitario in materia di risarcimenti in casi di ritardi, cancellazioni o mancato imbarco viene meno. L’insieme di disposizioni non copre viaggiatori di compagnie non-Ue i cui aerei decollano da aeroporti di Paesi terzi, neppure con destinazione finale in uno scalo di uno Stato membro dell’Ue. British Airways, Easyjet, Thomas Cook Airways, Flybe: sono tutte compagnie destinate a diventare extra-comunitarie, dunque fate attenzione. Per evitare spiacevoli sorprese è meglio preferire altri operatori. Sempre che ve ne siano, visto che una parte dei vettori già pensa di spostare flotta e slot altrove.
Anche uso di telefoni, tablet e pc diventerà poco pratico, e i consumatori qui non potranno fare granchè a meno di accordi trovati tra Londra e il blocco dei Ventisette. L’abolizione delle tariffe roaming, appena eliminate dalla Commissione europea, sarà un ricordo quando si viaggerà in Regno Unito. Per i cittadini comunitari torneranno a pagare il sovracosto per l’utilizzo dei dispositivi portatili oltre Manica. La scomparsa del regime ‘roaming free’ non è l’unico svantaggio per i consumatori: a questo si aggiungerà il cosidetto geo-blocking, la limitazione all’accesso di programmi e servizi internet dovuta a livello geografico. Nell’Ue ci si è impegnati a rimuovere l’ostacolo alla visione di serie tv su internet quando non ci si trova a casa propria. Con la Brexit usufruire di Netflix in Regno Unito potrebbe non essere più possibile.
Ma non finisce qui: l’addio britannico potrebbe costare caro per quanto riguarda cure mediche e coperture sanitarie. La carta europea di assicurazione sanitaria “potrebbe non essere più accettata in Regno Unito”, così come i britannici in possesso di una carta Ue rischiano di non essere più accettati nei sistemi sanitari nazionali dei Ventisette in quanto cittadini extra-comunitari, per i quali la speciale tessera perderebbe di validità.