Bruxelles – Si attenuano le tensioni tra Stati Uniti e Unione europea, ma crescono quelle tra Washington e Mosca per le nuove sanzioni volute dal Congresso Usa contro il Cremlino. Il presidente statunitense Donald Trump ha firmato l’inasprimento delle sanzioni economiche e finanziarie a carico della repubblica russa, motivo di tensioni con i partner europei e ancor più con i rivali russi. L’Unione europea ha fatto sapere di essere “soddisfatta in principio” dalle decisioni prese dagli americani, in quanto non ci saranno contraccolpi sulle aziende europee in affari con Mosca e perché c’è stata fin qui la massima disponibilità al dialogo. “Il Congresso si è impegnato a imporre sanzioni solo dopo aver consultato i Paesi alleati, e ritengo che lo siamo ancora”, il commento del presidente della Commissione europea, Jean-Claude Juncker. L’Ue, però, rimane allerta. Se ci dovessero essere contraccolpi per l’economia comunitaria o gli operatori europei, Bruxelles sarebbe “pronta ad agire” con contromisure. “Dobbiamo difendere gli interessi economici anche di fronte agli Stati Uniti, ed è quello che faremo”, minaccia Juncker.
E’ invece guerra aperta per Mosca. Così l’ha definita il primo ministro russo, Dimitri Medvedev. “Guerra commerciale”, questa la lettura offerta dal capo del governo, secondo cui il nuove regime di sanzioni “pone fine alle speranze di migliorare le relazioni con l’amministrazione americana”. Che le due parti fossero ormai ai ferri corti del resto si era capito quando giorno fa il presidente russo Vladimir Putin ha espulso 755 membri dello staff diplomatico americano in Russia, concedendo fino a settembre per lasciare il Paese. Le fresche dichiarazioni di Medvedev confermano l’accresciuta tensione sullo scacchiere internazionale. Alle contromisure russe si aggiungono quelle potenzialmente europee, perché “se gli Stati Uniti procedono unilateralmente a nuove sanzioni l’Ue risponderà nel giro di pochi giorni”. Anche Juncker avverte.