Bruxelles – Un’Assemblea costituente “eletta in circostanze dubbie e spesso violente, non può far parte della soluzione” della crisi politica in Venezuela, “ha aumentato la divisione” nel Paese “e porterà a de-legittimare ulteriormente le istituzioni democraticamente eletti”. È critica la reazione dell’Unione europea, affidata a una nota del portavoce dell’Alto rappresentante Federica Mogherini, alle elezioni dell’Assemblea costituente convocate dal presidente Nicolas Maduro che si sono svolte ieri. Nonostante il boicottaggio da parte dell’opposizione l’affluenza alle votazioni è stata alta, del del 41,53% secondo le autorità, ma la giornata di ieri è stata caratterizzata da manifestazioni, violenze e purtroppo anche morti. L’opposizione parla di 15 vittime, il procuratore di Stato ne conferma otto. Un candidato all’assemblea costituente, il 39enne José Felix Pineda, è stato ucciso nella notte nella sua casa a Ciudad Bolivar, capitale dello stato di Bolivar, nel Sudest del paese, un sergente della Guardia Nazionale, Ronald Ramirez, che faceva parte del dispositivo di sicurezza intorno a una scuola elementare nella località di La Grita, è stato ucciso da uno sparo di arma di fuoco alla testa. Un manifestante Adrian Romero è morto durante la repressione di una manifestazione nella località di Capacho Viejo. Delle circostanze in cui sono avvenute le altre morti al momento non si hanno maggiori notizie.
“Si tratta del voto più importante che la rivoluzione abbia mai avuto in 18 anni di storia”, ha commentato il presidente Maduro in un discorso in Plaza Bolivar, a Caracas, affermando che la Costituente è nata con “grande legittimazione” popolare e ha salutato i membri dell’organismo che nelle prossime ore prenderanno il “comando” del Venezuela con pieni poteri. Secondo l’opposizione, che ha affermato che alle urne si sarebbero recate solo 2,48 milioni di persone, dei 19,4 milioni che hanno diritto di voto nel paese, il risultato è invece “la più grande frode elettorale nella nostra storia”
“Gli eventi delle ultime 24 rinforzano la preoccupazione dell’Ue per il destino della democrazia in Venezuela”, si legge nella nota del Servizio esterno dell’Ue, Bruxelles “deplora profondamente violenze e disordini” avvenute nel Paese e chiede a entrambe le parti di porre fine alle violenze condannando “l’uso sproporzionato della forza da parte delle autorità” e chiedendo al governo di “rispettare lo Stato di diritto e i diritti fondamentali”.
“Nelle ultime 24 ore la repressione chavista ha raggiunto livelli impensabili. La comunità internazionale non può rimanere in silenzio davanti ad un numero così elevato di morti in Venezuela”, ha dichiarato il presidente del Parlamento europeo, Antonio Tajani, dopo un colloquio telefonico con uno dei leader dell’opposizione venezuelana, Leopoldo Lopez, dirigente e fondatore di Voluntad Popular, partito di centro destra, una delle 22 sigle che compongono il blocco della Mud, attualmente agli arresti domiciliari con l’accusa di aver organizzato una serie di manifestazioni violente nel 2014. “È chiaro che il regime in carica voglia mantenere il potere. Il volere del popolo è di cambiare tale regime. È per questo che è necessario indire nuove elezioni democratiche ora”, ha affermato Tajani.