Bruxelles – Jean-Claude Juncker ha intenzione di riunire attorno a un tavolo i principali attori della vicenda tutta politica dell’immigrazione. Il presidente della Commissione europea vuole discutere con quelli che oggi sono i principali Stati membri a frenare i progetti di gestione comune della crisi, vale a dire i Paesi Vysegrad (Polonia, Repubblica Ceca, Slovacchia e Ungheria, noti anche come ‘V4’), quelli cioè che fin qui non hanno partecipato al meccanismo comune di ricollocamento dei migranti. In occasione dell’incontro con il primo ministro slovacco Robert Fico, Juncker ha suggerito a questi di “organizzare insieme ai Paesi del gruppo di Vysegrad un meeting sulle questione di affari generali con la Commissione europea”. Un mini-vertice ristretto aperto a un altro partecipante: l’Italia. “Siccome si parla di immigrazione ci piacerebbe invitare anche il primo ministro italiano, Paolo Gentiloni, dato che la Slovacchia in una lettera ha espresso la volontà di trovare un compromesso” sul tema.
L’idea sembra essere accolta dalla Slovacchia, con Fico che indicativamente fissa per settembre il momento della possibile riunione. “Il nostro Paese ha grandi problemi con il principio delle quote” dei migranti da accogliere, ricorda il premier slovacco, lasciando intendere che compromessi, semmai ci saranno, non saranno facili da raggiungere. Brastislava non sembra intenzionata ad arretrare di un centimetro, e anche quando la Corte di giustizia dell’Ue si pronuncerà in modo definitivo sul ricorso slovacco contro il meccanismo di redistribuzione dei richiedenti asilo, non è detto che gli slovacchi collaborino. “Non posso dire cosa farà il governo”, taglia corte Fico, che comunque plaude l’iniziativa di Juncker. “I meeting a 27 non sono i posti ideali per discutere nello specifico, preferisco i consessi più ristretti, vorrei ce ne fossero di più”. La visione europea della Slovacchia.