Bruxelles – Colpa degli anti-vaccinisti? Colpa di scarsa conoscenza di malattia e rischi collegati? Un problema del ministero della Sanità? O difficoltà all’accesso alle cure medico-sanitarie? Domande a questo punto più che mai legittime e necessarie, perché l’Italia è il primo Paese dell’Ue per tasso di mortalità da epatite virale. Lo certificano i dati Eurostat diffusi oggi, e relativi al 2014. Nell’anno di riferimento si sono registrati nella penisola 40 decessi dovuti al virus per milione di abitanti. La media comunitaria è 14. Ma se si considerano le morti dovute agli effetti collaterali del virus, e non all’epatite in sé, il numero dei decessi in Italia sale a 2.820. Visto che complessivamente le morti per epatite ed effetti legati all’epatite sono state 7.106, vuol dire che in Europa 4 morti su 10 avvengono in Italia. Una vera e propria emergenza, a giudicare dai numeri. Questi ultimi mostrano una recrudescenza del virus tutta italiana: la Spagna, secondo Stato Ue per casi mortali da epatite virale e cause derivate, ha due terzi in meno dei decessi italiani (919).
In Europa l’epatite virale non fa differenze: uccide praticamente in egual misura uomini (3.700 decessi) e donne (3.400), ma colpisce principalmente gli anziani. Circa i due terzi dei morti registrati nel 2014 erano persone di età superiore ai 65 anni.