Bruxelles – L’accordo tra Unione europea e Canada sul trasferimento e sul trattamento dei dati del registro dei passeggeri (Pnr) deve essere modificato. Lo ha stabilito la Corte di giustizia dell’Ue in un parere in cui afferma che l’accordo “non può essere concluso nella sua forma attuale a causa dell’incompatibilità di varie sue disposizioni con i diritti fondamentali riconosciuti dall’Unione”.
Il parere era stato richiesto dal Parlamento europeo, dopo che il Consiglio Ue aveva mandato il testo all’Assemblea comunitaria per la sua approvazione. È il primo caso in cui la Corte ha dovuto pronunciarsi sulla compatibilità di un progetto di accordo internazionale con la Carta dei diritti fondamentali dell’Ue. Questo parere potrebbe avere ripercussioni importanti sulla recente direttiva sul Pnr, approvata dall’Unione europea per far fronte alla minaccia del terrorismo.
L’accordo con il Canada consente il trasferimento sistematico e continuo dei dati Pnr di tutti i passeggeri aerei a un’autorità canadese ai fini del loro uso e della loro conservazione, nonché del loro eventuale trasferimento ad altre autorità e ad altri Paesi terzi, allo scopo di lottare contro il terrorismo e i reati gravi di natura transnazionale. Era prevista una durata di archiviazione dei dati di cinque anni, nonché obblighi in materia di sicurezza ed integrità dei dati stessi, un mascheramento di quelli sensibili, taluni diritti d’accesso ai dati, di rettifica e di cancellazione, e la possibilità di proporre ricorsi amministrativi o giurisdizionali. Ma per la Corte l’uso dei dati “e il loro eventuale trasferimento ulteriore ad autorità pubbliche canadesi, europee o estere comportano un’ingerenza nel diritto fondamentale al rispetto della vita privata”, e l’accordo “comporta un’ingerenza nel diritto fondamentale alla protezione dei dati di carattere personale”. Per quanto la Corte affermi che queste ingerenze “sono giustificate dal perseguimento di una finalità d’interesse generale”, specifica però che “varie disposizioni dell’accordo non sono limitate allo stretto necessario e non prevedono norme chiare e precise”.
Un trasferimento dei dati sensibili verso il Canada, continua il parere, “richiederebbe una giustificazione precisa e particolarmente solida, vertente su motivi diversi dalla protezione della sicurezza pubblica contro il terrorismo e i reati gravi di natura transnazionale”, ma “nella fattispecie, una siffatta giustificazione manca”, e quindi la Corte ne trae la conclusione che “le disposizioni dell’accordo sul trasferimento dei dati sensibili verso il Canada nonché sul trattamento e sulla conservazione degli stessi sono incompatibili con i diritti fondamentali”.
Nel prendere nota del parere della Corte, il commissario all’Unione della sicurezza, Julian King, ha affermato che “gli scambi di informazioni come i Pnr sono fondamentali per la sicurezza dei cittadini e la Commissione europea farà quanto è necessario per assicurare che possano proseguire conformemente al parere della Corte, nel pieno rispetto dei diritti fondamentali e, in particolare, del diritto alla protezione dei dati”.
Per saperne di più:
– Leggi il parere della Corte sull’accordo sul Pnr con il Canada