Bruxelles – Niente da fare. L’Italia dovrà continuare a farsi carico delle persone che sbarcano sulle proprie coste. Il regolamento di Dublino, che disciplina il sistema comune di asilo, si deve applicare sempre, anche in caso di emergenza. La Corte di giustizia dell’Ue ribalta il parere dell’avvocato generale, che aveva invece sostenuto l’impossibilità di applicare le norme attualmente in vigore nei casi di emergenza, e conferma la validità dell’impianto giuridico con cui fino ad oggi è stato gestito il fenomeno migratorio. La Corte invece chiarisce che anche in una crisi migratoria per l’esame delle richieste di asilo è competente lo Stato d’ingresso e non quello in cui la richiesta è presentata. Si stabilisce il principio per cui “la nozione di ‘attraversamento irregolare di una frontiera’ abbraccia anche la situazione in cui uno Stato membro ammetta nel proprio territorio cittadini di un paese non Ue invocando ragioni umanitarie e derogando ai requisiti di ingresso in linea di principio imposti ai cittadini di paesi non Ue”.
Un cittadino in fuga dalla Siria aveva presentato domanda di asilo in Slovenia. La Croazia non l’aveva fermato, lasciandolo anzi arrivare in Slovenia per chiedere protezione internazionale. Le autorità slovene lo hanno rispedito indietro, dando vita al ricorso del cittadino extra-comunitario. Il mese scorso l’avvocato generale aveva sostenuto che di fronte a una crisi si dovesse non applicare Dublino perché il regolamento non è concepito per disciplinare situazioni emergenziali. Quello che ha sempre sostenuto l’Italia. Oggi la Corte ribalta tutto. E non cambia niente.
“La sentenza era per certi aspetti attesa”, ammette il commissario per l’Immigrazione, Dimitris Avramopoulos. L’esecutivo comunitario, dunque, non è sorpreso del pronunciamento dei giudici di Lussemburgo, che col loro pronunciamento “hanno fatto chiarezza” su un tema fin qui oggetto di divisioni e tensioni. Però, spiega Avramopoulos, sin da subito la Commissione ha riconosciuto che il regolamento di Dublino alla base del sistema comune d’asilo “non è stato concepito per gestire crisi, ed è per questo che la Commissione ha proposte le nuove misure”, vale a dire lo schema di ricollocamento concepito per alleviare il peso delle pressione migratoria sull’Italia. Bruxelles assicura che i Paesi in prima linea come Italia e Grecia “non saranno lasciati soli”, ma la sentenza di oggi isola ancora di più l’Italia.