Bruxelles – La Commissione europea vuole rinnovare per altri dieci anno l’autorizzazione all’uso del pesticida glifosato. Slow Food non ci sta e invita tutti gli Stati membri dell’Ue a opporsi alla proposta dell’esecutivo di Bruxelles. La Commissione sta ricercando l’appoggio degli Stati membri per garantirsi una maggioranza qualificata nel voto in programma dopo l’estate, occasione in cui i governi nazionali dovranno pronunciarsi in merito alla questione. In base all’esito del voto, sarà poi l’esecutivo a prendere una decisione definitiva entro la fine dell’anno, ovvero alla scadenza della licenza attualmente in vigore.
Di recente, il commissario europeo per la Salute e la sicurezza alimentare Vytenis Andriukaitis ha citato le conclusioni di due agenzie europee, la Echa (Agenzia europea delle sostanze chimiche) e la Efsa (Autorità europea per la sicurezza alimentare), affermando che “non c’è ragione per annoverare il glifosato tra le sostanze cancerogene”.
Tuttavia, Slow Food ritiene necessario “adoperarsi affinché l’iniziativa della Commissione Europea non ottenga la maggioranza qualificata” necessaria. L’organizzazione ricorda che nel 2015, l’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro (Iarc) dell’Organizzazione mondiale per la sanità (Oms) ha definito il glifosato “probabilmente cancerogeno per gli esseri umani”, e segnala che Le Monde ha promosso un ciclo di inchieste su Monsanto, mostrando come la multinazionale del cibo abbia sistematicamente cercato di screditare, intimidire e mettere a tacere tutte le organizzazioni approdate a conclusioni allarmanti sui rischi sanitari del glifosato, compresa l’Iarc. Slow Food ricorda, inoltre, che 1.300.000 cittadini europei hanno chiesto la messa al bando del glifosato e lo scorso 3 luglio, la coalizione Stop Gliphosate ha presentato ufficialmente i risultati della campagna (che ha raccolto appunto 1.320.517 firme) a 28 autorità nazionali europee. “L’opinione pubblica europea ha lanciato un segnale chiaro”, si legge in una nota di Slow Food.
Per questo, l’organizzazione chiede alla Commissione europea di “conformarsi alla volontà espressa dai cittadini europei” che “chiedono di venire ascoltati nel nome della democrazia e della tutela dell’interesse comune”. “La protezione della salute e dell’ambiente – sostiene Slow Food – non può venire subordinata agli interessi delle multinazionali del settore agroalimentare”.