Bruxelles – Il tema della cybersecurity, non è una novità, è al centro degli interessi dell’agenda digitale europea. A settembre la Commissione Ue lancerà la nuova strategia sul tema, ma a preoccupare è in particolare la quasi totale impunità per i criminali che compiono attacchi informatici. Rispetto al 2013, anno in cui la l’esecutivo comunitario ha lanciato la prima ‘cybersecurity strategy’, “il contesto è molto cambiato”, ha dichiarato il vicepresidente responsabile per il Mercato unico digitale, Andrus Ansip, durante un incontro con la stampa europea. “Allora non si parlava ancora dell’internet delle cose” e guardando al futuro bisogna tenere in conto che “ entro il 2020 ci saranno 6 miliardi di dispositivi connessi soltanto nel territorio dell’Unione Europea”, ha sottolineato il vicepresidente.
In un post pubblicato sul suo blog, Ansip ha denunciato che “quest’anno si sono verificati più incidenti nell’ambito della cybersecurity rispetto a quelli attesi dagli esperti”. “Sfortunatamente questo è diventato un trend sempre più frequente, imprevedibile e sofisticato”, ha spiegato, concludendo che “tutto ciò non scomparirà”. L’attacco ransomware WannaCry dello scorso maggio e quello Petya di giugno “non sono stati i primi attacchi e sicuramente non saranno gli ultimi”, ha affermato il vicepresidente, aggiungendo il dato preoccupante che “soltanto la metà degli Stati membri è attualmente in grado di garantire protezione alle imprese e ai cittadini tramite l’operato dei Computer emergency response team (CERTs)”, organizzazioni nazionali che hanno il compito di rispondere alle emergenze informatiche.
“Anche a Washington”, dove Ansip è stato in visita questa primavera, “le preoccupazioni per il futuro di questioni come l’internet delle cose sono alte, vista la facilità con cui si possono realizzare botnet”, cioè reti composte da dispositivi infettati da malware. Per questo, ha insistito il vicepresidente, “è necessario creare standard comuni di sicurezza in questo settore”. Se si vuole affrontare la questione della cybersecurity in modo efficace, “nessuno Stato membro, piccolo o grande che sia, è in grado di poterlo fare da solo”, ma è vitale promuovere la cooperazione “a livello globale e non soltanto nell’Ue”.
Cooperare è necessario anche per “affrontare in modo serio il problema dell’attribuzione degli attacchi che avvengono nel cyber spazio” ha affermato Ansip. Una questione di cruciale importanza, se si considera che, come precisato dal commissario, ad oggi “il 99% dei criminali rimane totalmente impunito”.