Bruxelles – Un elenco di presunti “sostenitori del terrorismo” è stato consegnato dal governo turco all’ufficio della polizia criminale federale tedesco (Bka). Lo riporta il settimanale Die Zeit che spiega che all’interno del documento sono inclusi 68 nominativi e tra questi figurano anche i nomi di aziende tedesche, tra cui Basf e Daimler, un negozio di alimentari e uno di kebab nel Nord Reno-Vestfalia. L’accusa è quella di mantenere legami con il predicatore turco Fethullah Gulen, che da anni si trova in esilio negli Stati Uniti e che è accusato da Ankara di essere la mente dietro al colpo di Stato fallito dello scorso anno. Il rischio, per le aziende citate nell’elenco, è che potrebbero scattare boicottaggi, sanzioni e cause legali da parte di Ankara. Il Bka ha chiesto alle autorità turche delucidazioni in merito alla lista senza però ottenere un nulla di fatto, almeno per il momento. Berlino avrebbe definito la lista “assurda e ridicola”,
Il ministro degli Esteri Sigmar Gabriel, esponente del Partito Socialdemocratico (Spd), ha interrotto le vacanze per tornare a Berlino e il governo tedesco, intanto, ha convocato l’ambasciatore turco a Berlino per affrontare la violazione dei diritti umani contro cittadini tedeschi detenuti illegalmente in Turchia. Tra questi figurano l’attivista per i diritti umani tedesco Peter Steudtner, arrestato mercoledì scorso a Istanbul con l’accusa di terrorismo, insieme a cinque colleghi. “Il governo federale – ha dichiarato il portavoce del ministero degli Esteri – chiede l’immediato rilascio di Peter Steudtner”. “Le accuse di legami con organizzazioni terroristiche sono ovviamente inverosimili”, ha dichiarato il portavoce del governo, Steffen Seibert, “questa è una situazione seria e triste nell’ambito dei rapporti turco-tedeschi”.
Secondo Seibert, le accuse mosse da Ankara costituiscono un tentativo palese di screditare i dissidenti e criminalizzarli, e dello stesso parere è il ministro della Giustizia Heiko Maas (Spd). Martin Schulz, invece, ha chiesto alla cancelliera Angela Merkel parole chiare contro Erdogan e chiama in causa anche l’Ue. “A Bruxelles non si deve dare alcun mezzo ad Ankara per un’adesione alla Ue”, ha dichiarato il candidato alla cancellerie dell’Spd al quotidiano Bild.