Roma – In Italia, l’origine del grano e del riso dovrà essere indicata in etichetta nei prodotti realizzati a base dei due cereali più consumati al mondo. Lo prevedono due decreti interministeriali firmati oggi dai titolari dell’Agricoltura, Maurizio Martina, e dello Sviluppo economico, Carlo Calenda. I due, sotto pressione dei produttori italiani, hanno deciso di passare all’azione “in attesa della piena attuazione del regolamento europeo” sulle informazioni relative agli alimenti, ha spiegato Martina.
L’obbiettivo è di “dare massima trasparenza delle informazioni al consumatore, tutelare i produttori e rafforzare i rapporti di due filiere fondamentali per l’agroalimentare Made in Italy”. Secondo Martina, che pochi giorni fa aveva presentato a Bruxelles le problematiche che affliggono il settore risicolo, la firma dei decreti pone l’Italia “all’avanguardia in Europa sul fronte dell’etichettatura”.
Calenda condivide l’impostazione. Prima coglie l’occasione, da fan dei trattati commerciali internazionali, di sottolineare l’importanza del Ceta. “L’aumento dell’8% delle esportazioni nei primi di cinque mesi del 2017 dimostra quanto l’Italia guadagni dall’internazionalizzazione”, spiega. E per spingere le aziende di piccole e medie dimensioni a “internazionalizzarsi, dobbiamo concludere accordi commerciali come quello con il Canada, che rimuovono gli ostacoli e le barriere tariffarie”. Tuttavia, “allo stesso tempo dobbiamo tutelare i consumatori e i lavoratori con regole chiare e trasparenza sui prodotti commercializzati”. Secondo il ministro, “i decreti che abbiamo firmato oggi rispondono proprio a quest’ultima esigenza”.
Il decreto grano/pasta prevede che le confezioni di pasta secca prodotte in Italia abbiano in etichetta il Paese di coltivazione del grano, quello di molitura, con tre diverse diciture a seconda della fattispecie: Paesi Ue, Paesi non Ue, Paesi Ue e non Ue. Se il grano duro è coltivato almeno per il 50% in un solo Paese, ad esempio l’Italia, si potrà scrivere: “Italia e altri Paesi Ue e/o non Ue”. Per il riso devono invece essere indicati il Paese di coltivazione, quello di lavorazione e quello di confezionamento, con diciture analoghe a quelle per il grano della pasta.