Bruxelles – Crescono in Europa i lavoratori nel settore dell’informatica e delle telecomunicazioni, ma lo fanno timidamente in Italia, dove il tasso di specialisti under 35 è la più bassa del continente. Secondo gli ultimi dati Eurostat, tra il 2011 e il 2016, la percentuale degli impieghi nel settore dell’Ict (information and communication technology) in Ue è passato dal 3.0% al 3.7%, con circa 1,8 milioni di persone in più che hanno trovato occupazione nel settore. Nel 2016, il 20% delle imprese europee ha assunto specialisti del settore Ict arrivando a 8,2 milioni di persone assunte soltanto nel 2016. Il dato interessante, inoltre, è quel 41% che indica la quantità di aziende che, sempre nel 2016, ha avuto difficoltà nel ricoprire i posti vacanti.
Molto basso rimane il livello di quote rosa, con la maggioranza delle assunzioni avvenuta a favore del sesso maschile (8,83% in Ue). Guardando ai singoli Stati membri, la metà di tutti gli specialisti assunti nell’Ue nel 2016 si contano in soli tre Paesi: Regno Unito (1,6 milioni di persone), Germania (1,5 milioni) e Francia (1 milione). Le più alte percentuali di assunzioni nel settore rispetto all’occupazione totale, invece, si sono registrate in Finlandia (6,6%), Svezia (6,3%), Estonia (5,3%) e Regno Unito (5,1%).
I giovani sotto i 35 anni fanno da traino nel settore a Malta, in Lettonia, Polonia e Lituania. In controtendenza resta invece l’Italia, dove si registra la percentuale più bassa di under 35 impiegati nell’Ict nell’ultimo anno: appena il 24.5% contro una media Ue del 36,3%. Il nostro paese, inoltre, si classifica quarto per quanto riguarda il numero degli impieghi nel 2016, che sono passati dai 523.800 del 2011 ai 584.800 del 2016 ma contano ancora soltanto per il 2.6% del totale, contro il 3.7% dell’Unione.