Bruxelles – Si è concluso ieri a Bruxelles il Consiglio Agricoltura e Pesca. A rappresentare l’Italia il ministro Maurizio Martina, l’uomo che è diventato vicesegretario del Partito Democratico dopo la vittoria delle primarie di Matteo Renzi, con cui si era candidato in ‘tandem’.
Dalla rappresentanza italiana presso l’Unione europea sono arrivate alle redazioni due note stampa per spiegare ai giornalisti gli importanti interventi richiesti per la tutela delle coltivazioni di riso, in gravissima crisi, e per sostenere la produzione di soia e legumi Ogm free. In sala stampa però di Martina nessuna traccia. Il ministro non ha rilasciato neanche una dichiarazione ai giornalisti di Bruxelles, e del resto quando partecipa ai Consigli Ue non lo fa quasi mai.
Quando vi partecipa, appunto, perché Martina non è un grande appassionato delle riunioni europee con gli altri ministri dell’Agricoltura. È stato nominato al governo nel febbraio 2014 e in quell’anno è stato quasi sempre presente, ma nel secondo semestre dell’anno l’Italia aveva la presidenza di turno dell’Ue, e la sua partecipazione alle riunioni era di fatto obbligatoria, doveva guidare le discussioni. Ma dal 2015 le cose sono cambiate e non avendo più la responsabilità della guida dell’Agricoltura Ue, Martina ha perso interesse per l’Europa e ha disertato i Consigli dei ministri europei più della metà delle volte. Se si guardano gli elenchi delle presenze disponibili per gli ultimi tre anni, risulta che il nostro ministro dell’Agricoltura è venuto a Bruxelles solo 10 volte, mentre per ben 13 riunioni ha preferito restare a Roma. È il record di assenze, che viene eguagliato solo dai ministri dell’Agricoltura del Regno Unito e dell’Ungheria, non esattamente due campioni di europeismo.
Certo il ruolo di ministro dell’Agricoltura è molto impegnativo, e magari per questo Martina quando può sceglie di lavorare a Roma e delega il lavoro europeo ai suoi aiutanti. Ma per quanto forse tra la pubblica opinione se ne parli poco, quello dell’Agricoltura è un settore fondamentale per l’Italia e non a caso a esso è destinata una grossa fetta del Bilancio Ue. Circa il 38% del Bilancio dell’Unione viene speso in agricoltura e sviluppo rurale e il budget annuale della Politica agricola comune ammonta a 58 miliardi l’anno.
Fosse solo per questi numeri una presenza costante al Consiglio sarebbe quantomeno auspicabile, eppure Martina non sembra molto determinato a venire a Bruxelles a difendere personalmente gli interessi del nostro Paese, e preferisce farsi sostituire. Tra l’altro per farsi sostituire non sceglie nemmeno il suo numero due. Delle 13 volte in cui ha scelto di non partecipare alla riunione a Bruxelles, solo due volte ha mandato il viceministro Andrea Olivero, mentre altre 8 volte ha delegato la responsabilità a un sottosegretario, Giuseppe Castiglione, e tre addirittura non ha mandato nessuno, facendosi rappresentare dal pur molto esperto vice ambasciatore all’Ue Giovanni Pugliese.
Guarda l’elenco di tutte le riunioni saltate dal ministro Martina:
– 2015 Consiglio Agricoltura gennaio
– 2015 Consiglio Agricoltura aprile
– 2015 Consiglio Agricoltura maggio
– 2015 Consiglio Agricoltura giugno
– 2015 Consiglio Agricoltura ottobre
– 2015 Consiglio Agricoltura dicembre
– 2016 Consiglio Agricoltura aprile
– 2016 Consiglio Agricoltura ottobre
– 2016 Consiglio Agricoltura novembre
– 2016 Consiglio Agricoltura dicembre
– 2017 Consiglio Agricoltura febbraio
– 2017 Consiglio Agricoltura maggio
– 2017 Consiglio Agricoltura giugno