Bruxelles – Le indagini svolte dalla procura francese sui contratti e le assunzioni degli assistenti degli eurodeputati si allargano ancora, questa volta a sinistra, colpendo Jean-Luc Mélenchon, ex-eurodeputato del gruppo Gue (Sinistra unitaria europea), candidato alle presidenziali vinte da Emmanuel Macron, e attualmente membro dell’Assemblea nazionale francese, dove è presidente del gruppo La France Insoumise (Lfi).
Secondo quanto riportato da Le Parisien, all’origine dell’apertura dell’indagine preliminare da parte del procuratore della Repubblica di Parigi, vi è una segnalazione effettuata lo scorso 27 giugno da parte di Sophie Montel, eurodeputata del Front National di Marine Le Pen, altra candidata alle presidneziali finita sotto inchiesta per illeciti sull’uso dei fondi del Parlamento europeo.
La segnalazione riguarda i due mandati di Mélenchon a Strasburgo, svolti tra il 2009 e il 2017, e i sospetti mossi dall’eurodeputata Montel ricadono sulle attività di François Delapierre, ex-braccio destro di Mélenchon. Morto nel 2015, Delapierre ha ricoperto contemporaneamente il ruolo assistente parlamentare a Bruxelles e Strasburgo, segretario nazionale del Parti de Gauche (Partito di Sinistra) e consigliere regionale dell’Île-de-France. Oltre a ciò, i sospetti sono rivolti anche ad altri tre assistenti parlamentari, Aigline de Vincens de Causans, Laurent Maffeis et Antoine Leaument, impiegati parallelamente all’interno del Parti de Gauche.
“Jean-Luc Mélenchon si presenta come un cavaliere bianco, sempre pronto a dare lezioni agli altri. Oggi è presidente di un gruppo parlamentare all’Assemblea nazionale e un avversario politico”, ha dichiarato l’eurodeputata Montel al quotidiano francese. “Perché la giustizia non si occupa delle sue pratiche al Parlamento europeo come fa per noi?”, ha attaccato Montel.
E l’accusa prende i toni di una chiara vendetta se si considera che, soltanto lo scorso mese, la leader del Front National Marine Le Pen, che ha lasciato il Parlamento europeo dopo essere stata eletta alle scorse elezioni legislative in Francia, è stata accusata per abuso di fiducia, insieme a un’altra eurodeputata dello stesso partito, Marie-Christine Boutonne. “Noi continuiamo con la nostra logica di rottura con la prassi dei “due pesi e due misure” di cui è vittima il Fronte Nazionale”, ha affermato Montel.
Le smentite da parte di Mélenchon non si sono fatte attendere. “Quando sono stato al Parlamento europeo, nessuno dei miei assistenti ha mai avuto responsabilità politiche all’interno del Parti de Gauche o di La France Insoumise”, sono le parole del deputato riportate da Le Parisien.
Ad oggi, dunque, sale a tre il numero delle inchieste in corso sul presunto uso improprio dei fondi del Parlamento europeo per pagare gli stipendi degli assistenti degli eurodeputati francesi. Inchieste che, soltanto lo scorso giugno hanno portato alle dimissioni dei tre ministri Francois Bayrou, Sylvie Goulard e Marielle de Sarnez, tutti esponenti del Movimento Democratico (MoDem), partito alleato del presidente Emmanuel Macron.