Roma – L’assenza di una normativa europea sulla cittadinanza è una grave carenza dell’Ue. La presidente della Camera, Laura Boldrini, dà ragione al suo collega alla guida del Parlamento europeo, Antonio Tajani, sulla necessità di regolare la questione a livello comunitario. Questo, tuttavia, secondo Boldrini non giustifica uno stop alla legge sullo ‘ius soli’ che si stava discutendo al Senato, “sarebbe un torto” non riuscire ad approvare il provvedimento entro la fine della legislatura, un provvedimento che è di esclusiva competenza nazionale.
Ma quando si tratta di risolvere il problema dell’accoglienza si incontrano grosse difficoltà a coinvolgere gli altri Paesi membri, molti dei quali si rifiutano anche di rispettare semolicemente gli accordi presi sulla redistribuzione dei richiedenti asilo. Per questo la presidente suggerisce di proseguire l’iter dello ‘ius soli’ invece di aspettare un utopistico accordo a livello di Unione europea.
Salutando la stampa parlamentare prima della pausa estiva, nella tradizionale cerimonia del Ventaglio, Boldrini ha espresso anche una condanna per le minacce sul ripristino dei controlli al Brennero da parte del governo Austriaco. Un atteggiamento “deprimente”, per la presidente. “La politica non si porta avanti con le minacce”, tuona, “né con le chiusure o con i militari”.
Per risolvere il problema dei flussi migratori, avverte la terza carica dello Stato, non basta neppure “chiudere le frontiere, interdire i porti, fare uno sbarramento nelle acque territoriali libiche”. Prima di tutto perché “questo è contrario al diritto internazionale”. Poi, prosegue, perché è “quanto meno miope” pensare che queste soluzioni possano funzionare. Soprattutto di fronte a un fenomeno strutturale, di fronte al quale “queste misure accendono solo la paura” e alzano l’asticella della disumanità”.
Boldrini è convinta invece che il fenomeno delle migrazioni vada affrontato lavorando “sulle relocation, un meccanismo che non funziona e che va rivisto”. Poi, anche “le regole di ingaggio Triton vanno riviste, perché l’immigrazione cambia e anche gli accordi vanno cambiati e riaggiornati”. Infine, una revisione è necessaria anche per il regolamento di Dublino sul diritto di asilo, “uno schema di 10-15 anni fa”, che “adesso è insostenibile”. Per la presidente “dobbiamo fare una grande battaglia su questo” nell’Unione europea, ma intanto, invece che fermarsi in attesa dell’Ue, bisogna approvare lo ‘ius soli’.