Roma – Il capo dell’esecutivo italiano Paolo Gentiloni ha fatto bene a rinviare la discussione della legge sullo ‘ius soli’, il diritto di cittadinanza per i nati in Italia. Anche il presidente del Parlamento europeo, Antonio Tajani, interviene nella discussione che sta animando in queste ore la politica italiana. A margine dell’Assemblea di Confindustria Emilia Romagna, l’esponente di Forza Italia spiega che è “meglio rinviare, non solo per ragioni di stabilità del Governo, ma nell’interesse dell’Italia e dell’Europa”.
“Quando si diventa cittadini italiani si diventa anche cittadini europei”, sottolinea Tajani. Quindi, “anche se è competenza nazionale”, bisognerebbe regolare la materia “con una normativa europea”. Il problema del rinvio a una normativa europea è però che le norme sulla cittadinanza sono una materia di competenza esclusiva degli Stati, dunque non esiste alcun potere in Europa che possa imporre regole uniformi su questo. E visto il clima in Europa sul tema immigrazione è decisamente impossibile arrivare ad una posizione comune.
Tajani ovviamente è consapevole che “non sarà facile”, come dice lui, arrivarci, “ma credo sia l’unica soluzione possibile”, ribadisce. Dunque si andrebbe ben oltre il termine posto da Gentiloni, che ha promesso di riaprire la questione dello ‘ius soli’ in autunno. Tajani sembra destinato però ad essere accontentato, almeno sul rinvio.
Dopo lo stop della discussione a Palazzo Madama, infatti, in molti pensano che il provvedimento non vedrà la luce prima dello scioglimento delle Camere. Tra questi, il presidente della commissione Politiche Ue del Senato, Vannino Chiti, teme “che non se ne farà niente in questa legislatura”. L’esponente del Pd, si sfoga: “ci siamo dovuti piegare al ricatto degli alleati di centrodestra e più in generale, tutta la destra italiana, da Alfano a Costa, da Quagliariello a Romani”. Un duro attacco che accomuna, non a caso, gli alleati centristi attuali e quelli potenziali di una maggioranza futura Pd-Forza Italia. Per Chiti, la vicenda insegna “due lezioni: l’assoluta impraticabilità dopo il voto di alleanze con la destra, e l’esistenza di un’egemonia della Lega sulla destra italiana”.
Le dichiarazioni del presidente del Parlamento europeo sono state accolte con “grande soddisfazione” dagli eurodeputati del Movimento 5 Stelle. In una nota, i penta stellati si dicono convinti che “discutere di cittadinanza agli stranieri senza una concertazione a livello europeo sia solo propaganda per distrarre i cittadini dai veri problemi. Finalmente”, esultano, “tutti hanno capito che concedere lo ‘ius soli’ in Italia ha conseguenze sulla vita civile e democratica di altri Stati membri”.