Bruxelles – Nessuno tocchi l’Erasmus. Se l’accordo per la Brexit non tutelerà gli studenti, allora parlamenti e governi di Galles, Scozia e Irlanda del Nord dovranno porre il veto. Parola di Hywel Ceri Jones, non proprio uno qualunque. Anche se a molti questo nome probabilmente potrà suggerire poco e risultare una persona come tante, non lo è. Hywel Ceri Jones è l’ideatore del programma Erasmus, quel ‘marchio di fabbrica’ dell’Ue che tanto ha contribuito a far conoscere il progetto comunitario nelle sue forme, nella sua portata e nella sua dimostrazione pratica. Erasmus è una storia di successo, e dopo trent’anni è ancora lì: giovane, al passo coi tempi (con tanto di app per smartphone) e aperta a nuovi orizzonti quali l’agricoltura.
C’è un negoziato da fare. Molto, probabilmente tutto o quasi, dovrà essere riscritto. Per il papà dell’Erasmus ci sono due cose su cui Londra non dovrebbe fare rinunce né accettare compromessi al ribasso: Horizon 2020, il programma comune per la ricerca, ed Erasmus, il programma per la mobilità giovanile e studentesca. “Per il Regno Unito, col sostegno dei governi di Galles, Scozia e Irlanda del nord, questo è il momento di riaffermare l’impegno per un piena partecipazione a entrambi i programmi. Se ciò non avviene, i nostri governi e parlamenti locali (“devolved”, letterale) non dovrebbero sottoscrivere l’accordo”. Una chiamata alle armi che rischia di inasprire ulteriormente il clima tra Westminster e i parlamenti delle nazioni costitutive del Regno Unite.
Un passato da funzionario europeo (prima responsabile della politica per l’istruzione poi capo della Direzione generale per l’occupazione), Hywel Ceri Jones non è affatto una persona banale, complici anche gli eventi. Gallese in tempi di Brexit ma contrario alla Brexit, quando la maggior parte degli elettori del Galles la Brexit l’ha sostenuta nel referendum del 23 giugno 2016. Funzionario britannico che portò dal suo Paese l’idea forse più popolare per far promuovere l’integrazione. L’Erasmus, ama ricordare, nasce da esperienze personali. Gli studi compiuti alla Sussex University, in Inghilterra, con la scuola di studi europei. “Ero convinto che un’idea come quella potesse essere sviluppata su basi europee”. Ecco l’Erasmus, portato dai britannici quando i britannici – sia pur al netto di ‘rebate’ e deroghe particolari – credevano assai di più sull’Europa. Corsi e ricorsi storici.
L’ideatore di Erasmus traccia la linea, detta le condizioni per quello che può, venendo in soccorso di un potere centrale che appare smarrito del tutto. “Ancora non abbiamo le idee più chiare sul complesso delle proposte britanniche nella posizione negoziale del Regno Unito”, riconosce Ceri Jones. In questo clima, “ritengo che per il futuro il Regno Unito debba continuare a garantire lo stesso peso ai programmi Erasmus+ e Horizon 2020”. Dio salvi la Regina, il governo salvi l’Erasmus. Se può. Altrimenti sarà ostruzionismo dei poteri non centrali.