Roma – “L’integrazione tra Unione europea e i Paesi dei Balcani è una scelta strategica e irreversibile”. È il messaggio che il presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni, vuole emerga “forte e chiaro” dal Vertice del Processo dei Balcani occidentali, l’incontro tra sei Stati membri dell’Ue – Austria, Croazia, Francia, Germania, Italia e Slovenia – e sei Paesi balcanici – Albania, Bosnia-Erzegovina, Kosovo, Macedona, Montenegro e Serbia –, cui partecipavano, per la Commissione europea, la vicepresidente Federica Mogherini, il commissario per la politica di vicinato e i negoziati di allargamento, Johannes Hahn, e la commissaria per i trasporti, Violeta Bulc.
Il premier è consapevole che “la prospettiva dell’adesione non sia dietro l’angolo, ma dobbiamo lavorare per tenere aperta questa prospettiva in questi Paesi” indica. Lo ritiene “fondamentale per stabilità della nostra regione, per la sicurezza, per la pace, per il futuro”. Riconosce che il percorso “si articola principalmente su temi economici”. Però, ammonisce, “non dobbiamo perdere di vista questo scenario politico”. È l’unico in grado di garantirci “stabilità” nella regione, efficacia nel “contrasto ai ‘foreign fighters’, nel contrasto delle migrazioni in quest’area del Mondo”.
Sviluppare l’integrazione in quell’area, per il capo dell’esecutivo, è dunque un interesse politico dell’Ue. Anche se, riconosce, il percorso “avanza principalmente su temi economici”. Anche per l’allargamento ai Balcani, come per il resto del progetto di integrazione europea, si sta puntando prima sull’economia che sull’integrazione politica. Lo confermano le tre “partite” al centro dell’incontro, sulle quali Gentiloni pone l’accento.
La prima sfida riguarda “i progetti infrastrutturali legati alla connettività di questa regione”. L’equipaggiamento per affrontarla è di “194milioni di euro stanziati dalla Commissione”, ricorda l’inquilino di Palazzo Chigi, spiegando che quella cifra genera “investimenti per oltre 500 milioni”.
Poi c’è la “decisione importante” assunta con la firma per Trattato per costituire “la Comunità dei trasporti tra Ue e Balcani occidentali”. Una forma di integrazione che per il momento si occuperà di creare una rete di collegamenti fisici, in attesa che si stringano anche quelli economici e politici.
Su questi ultimi, molto dipenderà dai percorsi di riforme che l’Ue richiede ai Paesi candidati e potenziali candidati. Per la dimensione economica invece si lavora, oltre che con la Comunità dei trasporti, con “scelte immediate”, come il “sostegno a fondi per gli investimenti”, o come la decisine di insediare, “qui a Trieste, un segretariato permanente tra le Camere di commercio dei diversi paesi dei Balcani occidentali”.