Bruxelles – Il governo non rivedrà la strategie di bilancio né le politiche di spesa. Nessun rapporto deficit/Pil al 2,9% per cinque anni come ‘minacciato’ da Matteo Renzi, dunque. E’ chiaro il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, che prima di entrare nel merito della questione precisa come quello di Renzi sia “un giudizio espresso esternamente al governo”. Dichiarazioni, quelle del titolare del Tesoro, che marcano le distanze con l’ex capo di governo. Al termine dei lavori dell’Ecofin Padoan assicura che l’Italia “farà una legge di bilancio con il governo in carica, a partire dal Def di aprile e dalla nota di aggiornamento al Def”. In questo esercizio “si farà una previsione oltre il 2018, come previsto”.
Questo governo, sottolinea ancora, “produrrà una legge di bilancio in coerenza con quanto fatto, per la semplice ragione che quanto fatto va nella giusta direzione per più crescita e riduzione del debito”. Niente 2,9%, dunque. Anche se, ammette, “da ex capo economista dell’Ocse, e forse futuro dell’Ocse, chissà, questi esercizi si fanno e si analizzano”. Ma si tratta di esercizi, cose ben diverse da documenti ufficiali e misure legislative. Che si debba favorire la crescita è però fuori di dubbio. “Da ministro dell’Economia sono d’accordo con l’idea che il debito si abbatte con la crescita e che quindi vanno trovate misure in questo senso”.
Il governo lavorerà in questa direzione, e la legge di bilancio che Padoan promette intende rispondere a quanto fatto finora. Dopo, con altri governi, le responsabilità di proseguire su questa strada o decidere di sceglierne un’altra, passerà ad altri. Intanto il ministro avvia un dialogo ristretto con la Germania e il presidente dell’Eurogruppo. Ieri sera la cena con il collega, il ministro delle finanze tedesco Wolgange Schaeuble, e il presidente dell’Eurogruppo, Jeroen Dijsselbloem. C’è stata una discussione “ad ampio spettro sui temi futuri dell’Europa”, spiega il ministro dell’Economia, che dice di aspettarsi altri incontri di questo tipo. L’Italia cerca di ritagliarsi una nuova dimensione europea, che lasci sullo sfondo voci e rumori di un dibattito politico italiano che risente di logiche interne.