Roma – La chiusura dei porti italiani, paventata come possibile leva con cui forzare la mano ai partner europei per una gestione condivisa dell’accoglienza di migranti, è una “soluzione bislacca”. La secca bocciatura arriva da Laura Boldrini. La presidente della Camera, presentando ieri a Roma il suo libro “La comunità possibile, una nuova rotta per il futuro dell’Europa”, ritiene che la strada di un diniego dell’accesso agli scali italiani “non si può fare”. Ci sono regole internazionali che impongono di accogliere le navi con a bordo persone bisognose di assistenza, ha indicato. Quindi “è un’ipotesi eticamente inaccettabile” e “alza l’asticella della disumanità”. L’unico aspetto positivo, per la presidente è “che l’idea sia durata poco”.
La terza carica dello Stato difende a spada tratta l’operato delle Ong. “Deve essere rimandato al mittente, senza se e senza ma”, lo schema che prevede un codice di condotta per le navi delle organizzazioni umanitarie che operano nel Mediterraneo. “Le Ong hanno salvato migliaia di persone, il 35% di chi arriva, e noi dovremmo essere grati”, ha dichiarato Boldrini. “Non possiamo rendere il loro lavoro più complicato”, ha tuonato. Poi, si chiede, che senso avrebbe un regolamento solo per le Ong? “Se va fatto deve essere per tutti quelli che stanno in mare”, come di fatto funziona oggi la legge internazionale del mare, che impone a qualsiasi natante di soccorrere chi sia in condizione di necessità.
Un altro conto è “se ci sono Ong che hanno rapporti con i trafficanti”. In quel caso “si mostrino le prove” e quelle organizzazioni “pagheranno le conseguenze”. Però, “se non ci sono le prove, non si possono gettare ombre sulle Ong, colpendole tutte, perché così si rovina una parte bella del volontariato”.
La presidente sferza i partner europei invitandoli a una maggiore solidarietà sulla gestione dei migranti. “Io vorrei che i ministri dell’Interno dell’Ue andassero tutti a fare un salvataggio prima di prendere decisioni”. Usa parole dure, l’inquilina di Montecitorio, contro il neopresidente francese Emmanuel Macron. Il suo atteggiamento di chiusura all’ipotesi di mettere a disposizione i porti francesi per gli sbarchi “è stata una delusione”. L’europeismo del leader di En Marche, accusa Boldrini, “di fronte alla prima prova si è perso, come le note di Beethoven” con cui ha festeggiato sull’Inno alla gioia la propria elezione.