Roma – La cifra che l’Unione europea chiede al Regno unito perché rispetti gli impegni finanziari assunti è “esorbitante”, quindi “può stare fresca”. È come al solito irriverente il ministro degli Esteri di Londra, Boris Johnson, che intervenendo davanti al Parlamento britannico torna sulla questione del contributo economico da versare all’Ue per mantenere gli obblighi economici sottoscritti. La cifra, che secondo Bruxelles è attorno ai 100 miliardi (ma in realtà si tratta di stime non uffciali, dalla Commissione Ue non sono ancora venuti numeri), sarà oggetto di trattativa tra il capo negoziatore della Commissione europea, Michel Barnier, e il ministro per la Brexit David Davis.
Il governo di Theresa May non ha nessun piano di riserva nel caso i negoziati falliscano, confessa ancora Johnson. L’esecutivo non si è dunque preparato all’ipotesi che non si raggiunga un intesa sul divorzio e la nuova relazione tra i 27 e l’Isola di Elisabetta II. Nel confermarlo, tuttavia, il capo della diplomazia britannica spiega che se “non c’è alcun piano per un mancato accordo”, è “perché otterremo un grande accordo”.