Bruxelles – L’e-book deve attendere. Non per scelte ma per nodi politici da sciogliere, l’equiparazione del regime di Iva per le pubblicazioni elettroniche a quello per le pubblicazioni cartacee non finirà sul tavolo dei ministri economici dell’Ue prima di ottobre. Nel frattempo si lavorerà a livello bilaterale con gli Stati membri, spiegano a Bruxelles. La presidenza estone è consapevole che deve costruire il consenso necessario, ma non molla la presa. Però il dossier non sarà all’ordine del giorno dell’Ecofin di domanii, e non lo sarà prima dell’autunno.
Ci sono alcuni membri, come la Germania, non contrari di per sé all’idea di un’equiparazione dei regimi di tassazioni, ma che temono che si possa arrivare un regime “Iva-free”. Si vogliono quindi rassicurazioni circa l’obbligo di imposizione minima per evitare ‘condoni’.
Ai libri tradizionali si applica un’aliquota Iva del 5%, ma in alcuni caso anche dello 0%. I libri digitali invece sono tassati al 15%. Alcune tesorerie nazionali, preoccupate di avere meno introiti per effetto di un’equiparazione dei regimi fiscali, temono di non avere proprio più entrate nel caso in cui si decidesse di non applicare imposte sui libri digitali.
Per modificare le regole esistenti in questo caso è richiesta l’unanimità, quella che gli Stati membri non hanno saputo trovare in occasione dell’Ecofin del 16 giugno scorso. Adesso l’Estonia ci prova, con un lavoro che si annuncia tutt’altro che agevole. A Bruxelles anticipano che per ora “non si promette niente”, a riprova delle distanza ancora ampie e della delicatezza del tema. Il primo Ecofin formale utile per un eventuale accordo è fissato per il 10 ottobre. Prima di allora passi avanti ufficiali non sono previsti.