Bruxelles – In Italia, non è una novità, si fanno pochi figli. A dare conferma di questo fatto assodato sono i dati Eurostat relativi all’anno 2016, che indicano un tasso di natalità pari al 7,8 per 1.000 abitanti: il più basso tra quelli di tutti i paesi dell’Ue. Valore superato anche dal numero di decessi che nel nostro paese ammonta a 10.1 per mille nello stesso anno. È evidente, dunque, visti i valori in termini di nascite e decessi che in Italia si sia registrato un tasso di crescita della popolazione negativo, pari al -1,3 per mille.
Nell’anno passato, a fare da traino per le nascite in Ue è stata l’Irlanda dove si è registrato un tasso pari al 13,5 per mille, seguita da Svezia (11,8), Regno Unito (11,8) e Francia (11,7). Dopo l’Italia, i tassi di nascita minori si sono registrati in altri paesi dell’area mediterranea: Portogallo (8,4), Grecia (8,6), Spagna (8,7) e Croazia (9,0), i quali rimangono tutti ben al di sotto della media europea che risulta del 10,1 per mille.
In termini di crescita della popolazione, i dati sono positivi per 18 Stati membri e negativi per i restanti 10, tra cui Estonia, Grecia, Ungheria, Portogallo e, appunto, l’Italia. I dati peggiori rimangono quelli relativi ai paesi dell’est europa con la Lituania in testa per la diminuzione della popolazione di -14,2 per 1.000 abitanti, seguita da Lettonia (-9,6), Croazia (-8,7), Bulgaria (-7,3) e Romania (-6,2).
Nel complesso,tra il 2016 e il 2017 , la popolazione dell’Unione si è accresciuta passando da 510,3 milioni nel gennaio 2016 a 511,8 milioni nel gennaio 2017. E visto che nel 2016 nascite e decessi si sono equilibrati, rimanendo entrambi a 5,1 milioni, secondo Eurostat l’aumento della popolazione di 1,5 milioni rispetto al 2015, è tutto da attribuire alla “migrazione netta”.