Roma – Un nuovo approccio per affrontare la questione dei migranti che arrivano dalla Libia: è la nuova carta che l’Italia prova a giocarsi lanciando il “formato dei Paesi di transito”. Il ministro degli Esteri, Angelino Alfano, battezza così la conferenza alla quale ha invitato i suoi omologhi di alcuni Stati africani (Algeria, Chad, Egitto, Etiopia, Libia, Niger, Sudan, Tunisia) e dei Paesi dell’Ue “che si sono mostrati particolarmente interessati” (Austria, Estonia, Francia, Germania, Malta, Olanda, Spagna). Assente l’Alta rappresentante Ue, Federica Mogherini. La sua presenza era prevista, ma ha dovuto cambiare programma per partecipare alla conferenza di Crans Montana, in Svizzera, sui negoziati tra Cipro Sud e Cipro Nord.
Aspettando che l’Ue “si muova, speriamo bene e presto, noi ci portiamo avanti sul programma”, indica Alfano. Dalla riunione del Consiglio Affari interni, a Tallin, arrivano “buone notizie”, racconta il titolare della Farnesina, sul fronte del codice per le Ong e della strategia per la Libia. Sorvola, invece, sul no alla richiesta di far sbarcare i migranti anche in altri porti europei oltre quelli italiani. Alla conferenza non se n’è parlato, “non era questa la sede”.
L’incontro, in ogni caso, è stato “operativo e concreto”, secondo Alfano. In effetti ha prodotto una dichiarazione congiunta e alcuni impegni economici. La filosofia è quella di uno “spostamento della nostra azione sempre più a Sud”. Bisogna “non far arrivare i migranti in Libia”.
Il primo dei sette punti indicati nel documento riguarda il “sostegno alle comunità locali nei Paesi africani di transito”. Obiettivo da realizzare con investimenti finalizzati a creare occupazione. Un paio di punti si concentrano sul contrasto al traffico di migranti, attraverso il supporto alle autorità locali nel controllo delle frontiere. Per assistere i migranti e garantirne i diritti, è previsto un maggior coinvolgimento dell’Unhcr e dell’Organizzazione internazionale per i migranti. La prima dovrebbe garantire che i richiedenti asilo possano fare domanda già nei paesi di Transito, come in una sorta di hot-spot esterno. La seconda sarà supportata per incrementare i rimpatri volontari assistiti, da attuare possibilmente già “dai Paesi di transito a quelli di origine” dei migranti. Previste anche campagne di comunicazione nei Paesi di origine sui rischi dei percorsi migratori irregolari.
Sul piano economico, Alfano ha ringraziato “l’Estonia, i Paesi Bassi, la Germania e l’Austria” che “hanno annunciato nuovi stanziamenti sul controllo delle frontiere” tra la Libia e i Paesi vicini. Un impegno finanziario è stato assunto anche dall’Italia. Il titolare della Farnesina elenca le cifre. Dieci milioni andranno al Trust fund dell’Ue per l’Africa, “per rafforzare le frontiere della Libia”. Altri 18 milioni “all’Oim per i rimpatri volontari assistiti dalla Libia ai paesi di origine”. Ulteriori 3 milioni sono destinati all’Unodc (Organizzazione dell’Onu contro la droga e il crimine) “per il contrasto ai trafficanti”.