Bruxelles – L’Unione europea e il Giappone hanno raggiunto un accordo di massima sugli elementi principali di un trattato di libero scambio, l’Economic Partnership Agreement, e di un partenariato strategico (Strategic Partnership Agreement). L’accordo, annunciato ieri e raggiunto dopo anni di trattative, è stato siglato oggi al Summit Ue-Giappone a Bruxelles. “Insieme, inviamo al mondo un forte messaggio a favore di un commercio aperto ed equo”, ha rivendicato il presidente della Commissione, Jean-Claude Juncker. “Nel contesto delle discussioni sulla Brexit, abbiamo sentito dire che non vale la pena stare nell’Ue, perché è più facile fare commercio globale fuori dall’Ue. Oggi abbiamo dimostrato che non è vero”, ha rivendicato il presidente del Consiglio europeo, Donald Tusk. L’accordo non riguarda tutti gli aspetti presi in considerazione nelle trattative, e alcuni capitoli rimangono aperti, come quello del meccanismo di risoluzione delle dispute tra Stato e investitori e quello riguardante il settore delle automobili. Sulla base dell’accordo di massima, i negoziatori di entrambe le parti continueranno a lavorare per risolvere tutte le questioni tecniche in sospeso e per giungere al testo definitivo, nelle speranze di Bruxelles, entro la fine dell’anno. La Commissione procederà in seguito alla verifica giuridica e alla traduzione dell’accordo in tutte le lingue ufficiali dell’Ue, e successivamente lo sottoporrà all’approvazione degli Stati membri dell’UE e del Parlamento europeo.
Ma in che cosa consisterà in particolare l’accordo economico? Vediamone i punti principali come spiegati dall’esecutivo comunitario.
Dazi doganali – All’entrata in vigore dell’accordo di partenariato economico saranno soppressi i dazi su oltre il 90% delle esportazioni dell’Ue in Giappone e una volta attuato completamente l’accordo, il Giappone avrà soppresso i dazi doganali sul 97% dei beni. Le rimanenti linee tariffarie saranno oggetto di una liberalizzazione parziale.
Agroalimentare – Le esportazioni agricole dell’Ue verso il Giappone, il cui valore supera 5,7 miliardi di euro l’anno, fanno già ora di questo Paese il quarto principale mercato per questi prodotti. Con il tempo potrà entrare in Giappone in esenzione da dazi l’85 % circa dei prodotti agroalimentari dell’Ue. Ad esempio i dazi sulle carni bovine saranno ridotti dal 38,5% al 9% nel corso di 15anni. Con un valore pari a circa 1 miliardo di euro, le esportazioni di vino europeo verso il Giappone rappresentano già la seconda voce per valore dell’export agricolo. I dazi sul vino saranno immediatamente eliminati, al pari di quelli su altre bevande alcoliche.
Più complicato il capitolo formaggi, settore sensibile per Tokyo. Saranno comunque soppressi i dazi elevati su molti formaggi a pasta dura quali il Gouda e il Cheddar (attualmente al 29,8%) e sarà stabilito un contingente esente da dazi per i formaggi freschi come la mozzarella. Eliminerà inoltre i dazi doganali esistenti (con un periodo transitorio) su prodotti trasformati come la pasta, i cioccolatini, il cacao in polvere, le caramelle, i dolciumi, i biscotti, i derivati dell’amido, i pomodori preparati e la salsa di pomodoro.
Indicazioni geografiche – L’accordo UE-Giappone riconosce e tutela sul mercato giapponese oltre 200 prodotti agricoli europei aventi una specifica origine geografica europea (le cosiddette indicazioni geografiche Igp) quali il Roquefort, l’Aceto Balsamico di Modena, il Prosecco, il Jambon d’Ardenne, il Tiroler Speck, la Polska Wódka, il Queso Manchego, il Lübecker Marzipan e l’Irish Whiskey. Tali prodotti godranno in Giappone dello stesso livello di tutela che è loro attualmente riconosciuto nell’Ue.
Prodotti industriali – I dazi sui prodotti industriali saranno completamente eliminati, in settori come quelli delle sostanze chimiche, delle materie plastiche, dei prodotti cosmetici e dei prodotti tessili e di abbigliamento. I dazi sulle calzature saranno ridotti dal 30% al 21% all’entrata in vigore, per poi essere soppressi completamente nel corso dei 10 anni successivi. I dazi sulle esportazioni Ue di prodotti in cuoio, come le borse, saranno eliminati nell’arco di 10 anni, così come i dazi sui prodotti, quali le calzature sportive e da sci. Più complicato il settore delle auto, molto sensibile per l’Europa, su cui ancora non c’è un accordo.
Pesca – Non saranno più applicati i contingenti d’importazione e tutti i dazi saranno soppressi da entrambe le parti.
Ostacoli non tariffari – Sui veicoli a motore l’accordo assicura che il Giappone e l’Ue si conformino pienamente alle medesime norme internazionali in materia di sicurezza dei prodotti e protezione dell’ambiente: le automobili europee dovranno dunque soddisfare gli stessi requisiti nell’Ue e in Giappone e non dovranno essere nuovamente sottoposte a prove e certificazione per l’esportazione in Giappone.
Etichettatura dei prodotti tessili – A marzo 2015 il Giappone ha adottato il sistema internazionale di etichettatura dei prodotti tessili, simile a quello utilizzato nell’UE. Non è pertanto più necessario sostituire le etichette su tutti i capi di abbigliamento esportati in Giappone, come accadeva in precedenza.
Birra – Dal 2018 le birre europee potranno essere esportate in Giappone come birre e non più come “bibite alcoliche”. Anche la tassazione sarà simile, con la conseguente eliminazione delle disparità tra una birra e l’altra.
Scambi di servizi – Ogni anno l’Ue esporta in Giappone servizi per un valore di 28 miliardi di euro. L’accordo contiene una serie di disposizioni che si applicano orizzontalmente a tutti gli scambi di servizi, compresa una disposizione che riafferma il diritto di regolamentazione delle parti. Esso preserva “il diritto delle autorità degli Stati membri dell’Ue di mantenere il carattere pubblico dei servizi pubblici e non costringerà i governi a privatizzare o deregolamentare alcun servizio pubblico a livello nazionale o locale”, assicura la Commissione. Analogamente, le autorità degli Stati membri mantengono il diritto di far rientrare nella sfera pubblica qualunque servizio privatizzato.
Circolazione temporanea dei lavoratori – L’accordo comprende le disposizioni più avanzate mai negoziate finora dall’Ue sulla circolazione delle persone per motivi professionali. Esse interessano tutte le categorie tradizionali, quali i lavoratori trasferiti all’interno di una società, i visitatori per motivi professionali a fini di investimento, i prestatori di servizi contrattuali e i professionisti indipendenti, nonché nuove categorie quali gli investitori e i visitatori di breve durata per motivi professionali. L’Ue e il Giappone hanno anche stabilito di consentire ai lavoratori di essere accompagnati dal coniuge e dai figli.
Imprese pubbliche – Alle imprese pubbliche non sarà consentito discriminare tra società, servizi o prodotti dell’Ue e giapponesi negli acquisti e nelle vendite sui mercati commerciali. L’obiettivo è creare condizioni di parità tra società pubbliche e private.
Appalti pubblici – Le società dell’Ue potranno partecipare a gare d’appalto nei “centri urbani principali” (48 città giapponesi con una popolazione compresa tra 300mila e 500mila abitanti) alle stesse condizioni delle società giapponesi. L’accordo elimina inoltre gli ostacoli esistenti negli appalti nel settore ferroviario.
Per saperne di più:
– Leggi i capitoli concordati e i documenti negoziali
– L’accordo di massima – relazione presentata agli Stati membri
– La pagina della Commissione per la trasparenza: documenti e riunioni
– Per saperne di più sull’accordo di partenariato economico Ue-Giappone
– Per saperne di più sulle relazioni commerciali tra l’UE e il Giappone