Bruxelles — Non sono rassicuranti le conclusioni della 34esima Relazione annuale della Commissione sul ‘Controllo dell’applicazione del diritto dell’Unione europea’. Anche il Quadro di valutazione del mercato unico online è della stessa opinione, fornendo dati allarmanti che mostrano la lunga strada che alcuni Stati membri devono ancora fare per la piena integrazione del diritto Ue. Se è vero che la maggior parte delle barriere per il libero scambio di persone, servizi, beni e capitale è stata abolita, in diversi settori la situazione è in stallo o addirittura in aggravamento.
È compito della Commissione assicurarsi che cittadini e società traggano vantaggio dalla libertà di vivere, lavorare e commerciare nei 28 Stati membri. Tuttavia, la Relazione annuale registra un aumento considerevole (21%) delle procedure di infrazione aperte rispetto all’anno precedente, evidenziando un nuovo picco nell’ultimo quinquennio. Ciò desta non poca apprensione, poiché la mancata o scorretta applicazione del diritto Ue nega i diritti e i vantaggi sanciti dalla legislazione europea, come la riduzione di costi per le gare d’appalto per piccole e medie imprese. Tra i tanti obiettivi, nel 2016 la Commissione si è impegnata a verificare la mancata regolarizzazione di sistemi di sanzioni per scoraggiare le violazioni del diritto Ue sulle emissioni di autoveicoli da parte dei costruttori.
In tema di recepimento tardivo, Cipro e Belgio si accaparrano il maggior numero di procedure aperte, mentre Italia, Slovacchia e Danimarca fanno da contrappeso all’altro estremo della bilancia. Il mercato interno, l’imprenditorialità, le piccole e medie imprese, l’industria e l’ambiente si distinguono come i settori in cui si è riscontrato il più alto numero di infrazioni nel 2016.
Il numero delle denunce contro la nostra penisola è cresciuto del 20% dal 2015, e del 50% dai livelli del 2012-2014. La Corte di giustizia europea ha accusato l’Italia di non aver adempiuto ai propri obblighi Ue nei confronti delle vittime di crimini violenti intenzionali commessi in situazioni trans-frontaliere. Difatti, la Direttiva sulla compensazione di tali vittime impone che i crimini violenti intenzionali diano accesso a un compenso da parte dello stato indipendentemente dalla nazionalità delle vittime.
Dall’altro lato, il Quadro di valutazione del mercato unico online si impegna a offrire una panoramica dettagliata dello stato di attuazione delle norme del mercato unico da parte dei singoli Stati membri. Il nuovo quadro è stato impostato in funzione dei risultati conseguiti nel 2016, distribuendo cartellini verdi (superiori alla media), gialli (nella media) e rossi (inferiori alla media) a seconda del livello delle performance conseguite da ciascuno stato. Oltre a valutare il rispetto del diritto del mercato unico europeo da parte degli Stati membri, il quadro mostra il supporto per i cittadini e le imprese offerto tramite strumenti Ue. L’Italia conta 4 cartellini verdi (SOLVIT, Your Europe, e-Certies, IMI), 1 cartellino giallo (Transposition), e 4 cartellini rossi (EURES, Eu Pilot, Priority areas, Infringements). Austria, Danimarca, Estonia, Lituania, Malta e Slovacchia, sono tra i paesi con i migliori risultati.
Seguendo la sua natura democratica, la Commissione si propone di agire in risposta alle denunce dei cittadini, i quali hanno la possibilità di segnalare le violazioni (o presunte tali) del diritto Ue mediante un modulo online accessibile tramite il portale Europa alla sezione ‘Diritti e opportunità’. Lo scorso anno, la maggioranza delle denunce presentate hanno riguardato i diritti dei consumatori, la giustizia, l’occupazione, il mercato unico Ue e questioni relative al settore industriale e alle piccole e medie imprese.