Strasburgo – Duro attacco alla Commissione Ue accusata di “non aver fatto nulla per difendere l’industria”. Arriva oggi dal Parlamento europeo con una risoluzione sulla creazione di un’ambiziosa strategia industriale Ue come priorità strategica per crescita, occupazione e innovazione in Europa, approvata da quasi tutti i gruppi (Ppe, S&D, Alde, Ecr e Verdi). Come spiega Massimiliano Salini (Fi-Ppe), primo firmatario della risoluzione, “l’ultimo documento che contiene indicazioni ufficiali risale al 2014, nel frattempo la quota di Pil generata dal settore manifatturiero è scesa al 15,5%, ben lontana dall’obiettivo del 20% fissato per il 2020. L’inerzia della presidenza Juncker è evidente e molto grave”.
Secondo il membro italiano della Commissione Industria “per l’industria Ue serve un vero e proprio ‘piano di emergenza’: un programma di interventi dettagliato con una road map che spinga l’Europa verso la re-industrializzazione, agendo come propulsore con provvedimenti concreti sulla base di obiettivi precisi, indicatori puntuali e una tabella di marcia rigorosa”.
La Commissione non segue però questo percorso, e “il suo ritardo è tanto più paradossale se pensiamo al peso economico della manifattura, che rappresenta oltre la metà dell’export europeo, il 65% degli investimenti in ricerca e sviluppo e dà lavoro, direttamente o indirettamente, a circa 50 milioni di persone, il 20% degli occupati del continente. Rafforzare la base industriale è decisivo per mantenere in UE competenze e know-how”.
Secondo Salini “Bruxelles fissa ‘target’ per tutto, dall’efficienza energetica all’economia circolare. L’assenza di strumenti specifici che consentano all’Europarlamento di controllare passo dopo passo l’efficacia delle politiche pubbliche della Commissione Ue sulla promozione dell’industria, è un vuoto inammissibile, da colmare con la massima urgenza”.