Bruxelles – Protestano a Strasburgo gli eurodeputati italiani del Pd contro l’egoismo e la mancata solidarietà dei paesi europei in merito alla questione migratoria. Francia e Spagna non vogliono accogliere i migranti salvati in mare sulle loro coste, e l’Austria si dice pronta a schierare l’esercito al confine col Brennero se i flussi dovessero aumentare. I deputati dem non ci stanno e protestano dentro e fuori le aule del Parlamento europeo a Strasburgo esponendo cartelli con la scritta “ogni stato membro faccia la sua parte per i rifugiati”.
La protesta degli eurodeputati Pd contro l'egoismo degli Stati #migranti #Refugees #PlenariaPE @toiapatrizia @danieleviotti @pdnetwork pic.twitter.com/1YWmrGPdik
— eurodeputatipd (@eurodeputatipd) July 5, 2017
Alla protesta, al termine della quale gli eurodeputati hanno consegnato una lettera al presidente del Consiglio Europeo Donald Tusk firmata da Patrizia Toia, capo delegazione dei parlamentari italiani del gruppo S&D, si sono uniti anche il vice presidente della Commissione europea Frans Timmermans e alcuni parlamentari socialisti francesi e spagnoli. All’interno della lettera gli esponenti del Pd che siedono a Strasburgo chiedono al Consiglio di Giustizia e affari interni che si riunirà a Tallin domani e dopodomani, risposte concrete per la situazione di emergenza he sta affrontando l’Italia. “Una situazione che – si legge nella lettera – ha raggiunto i limiti della sostenibilità” e che “mostra il fallimento del regolamento di Dublino”. Sempre nella lettera è spiegato che soltanto dal gennaio del 2017 il nostro paese ha accolto 85.000 migranti e rifugiati a fronte dei 101.000 che hanno raggiunto l’Europa attraverso il mar mediterraneo.
“Siamo stanchi di annunci e minuti di silenzio, in Europa le posizioni sono ormai chiare. Cosi come chiare sono le responsabilità” ha affermato Michela Giuffrida (Pd) “Noi in Parlamento europeo abbiamo votato per la ricollocazione dei migranti e ancora oggi quel piano non è stato attuato per l’opposizione di alcuni Stati che rifiutano di accogliere la quota di profughi loro assegnata”.