Bruxelles – Il Mediterraneo centrale è il corridoio che più di ogni altro per l’Ue pone problemi in chiave migratoria. Non sono i gli ultimi avvenimenti a dirlo, ma i numeri dell’Easo, l’Ufficio europeo per il sostegno all’asilo. Il rapporto annuale relativo al 2016 certifica la natura emergenziale dei flussi di richiedenti asilo. Diminuiscono le richieste di protezione internazionale rispetto al 2015, ma questo non vuol dire che non vi siano migranti. Anzi. Gli arrivi dei nigeriani è raddoppiato, e l’Italia è diventata il principale collo di bottiglia di questo traffico la cui gestione risulta estremamente complessa, se è vero che “nel 2016 il Mediterraneo centrale è stata la principale via d’ingresso in Europa per gli immigrati irregolari, con numeri record rispetto agli anni precedenti”.
Il rapporto dell’agenzia europea mette in risalto luci e ombre di un fenomeno dove “i numeri parlano da soli”, come sottolineato dal direttore esecutivo, Josè Carrera. Eccoli i numeri: solo nel 2016 hanno chiesto asilo 1.291.785 persone. Praticamente 2.483 domande per milione di abitante. E’ un numero in calo del 7% rispetto al 2015, ma il dato non deve ingannare: si tratta di prime richieste, che si vanno ad aggiungere a quelle ancora pendenti. Per il riconoscimento della protezione internazionale, ricorda Easo, occorrono decisioni di ultima istanza. A fine 2016 si contavano 1,3 milioni di casi pendenti.
Sono soprattutto siriani (342.005), afghani (181mila) e iracheni (131.615) a chiedere protezione all’Europa, seguiti da pakistani (50.055) e Nigeriani (48.885). Questi ultimi sono il principale fenomeno migratorio recente per l’Ue, che ha visto un aumento del 51% in un anno di arrivi di migranti dalla Nigeria. Arrivano soprattutto in Italia. E’ qui che si registra il maggior numero di richieste di asilo della comunità nigeriana. Già, l’Italia. Germania, Italia e Grecia i tre paesi col maggior incremento di richieste di asilo, ma è sulla penisola che la pressione migratoria si è fatta sentire più che altrove. Il numero di richieste di protezione è raddoppiato in un anno, arrivando a 122.960. L’Italia è il Paese che resta in sostanza in prima linea, anche se non è il primo Stato europeo per numero di migranti da accogliere. Quello resta la Germania.
C’è poi il problema dei minorenni. Un terzo delle richieste di asilo presentate lo scorso anno riguardano persone di età inferiore ai 18 anni. Si tratta di circa 400mila persone. Di queste, 65.570mila sono minori non accompagnati. Si rende quindi necessario rispondere a queste criticità.