Bruxelles – La Commissione europea ha proposto un piano d’azione per sostenere l’Italia a far fronte ai flussi migratori irregolari. Per ora non è in discussione il fatto che le persone salvate nel Mediterraneo debbano essere portate sulle nostre coste ma Bruxelles prova ad agire su altri fronti. “Dobbiamo accelerare il lavoro collettivo per non lasciare sola l’Italia”, ha chiesto il presidente Jean-Claude Juncker che ha parlato della necessità di maggiore solidarietà e di un lavoro con la Libia per evitare le partenze dei migranti. Proprio alla Libia si promettono maggiori finanziamenti, per sostenere lo sviluppo di un centro di coordinamento per i soccorsi e Bruxelles si impegna a lanciare un nuovo programma di reinsediamenti. Agli altri Stati membri si chiede di accelerare i ricollocamenti e di trovare un accordo in tempi brevi sulla riforma del diritto di Asilo. All’Italia si chiede invece di mettere in atto al più presto il decreto Minniti sull’immigrazione e di aumentare i posti nei centri di detenzione e a scrivere un codice di condotta sulle azioni delle Ong.
GLI IMPEGNI DELLA COMMISSIONE – La Commissione punta ad aumentare le capacità di gestione del fenomeno migratorio da parte delle autorità libiche attraverso un progetto da 46 milioni di euro preparato insieme all’Italia, per sostenere lo sviluppo di un Centro di coordinamento per i soccorsi marittimi nel Paese nordafricano pienamente funzionante, a sostenere con altri 35 milioni di euro pronti da utilizzare l’Italia e ad assicurare la piena mobilitazione di tutte le agenzie comunitarie come Frontex nel Mediterraneo.
L’ufficio europeo di supporto all’Asilo aumenterà il numero delle squadre mobili per aiutare il nostro Paese a sostenere tutte le richieste di asilo e Bruxelles promette di lanciare e finanziare un nuovo programma di reinsediamenti, per la presa in carico dei rifugiati direttamente da alcuni Stati africani verso i Paesi membri, e nello specifico da Libia, Egitto, Niger, Etiopia e Sudan, nonché di aumentare gli sforzi per assicurare accordi di riammissione con i principali Paesi di origine e di transito dei migranti.
LE RICHIESTE AGLI STATI MEMBRI – Agli altri Paesi membri si chiede di contribuire maggiormente al Trust Fund Ue-Africa, pensato per colpire alla radice le cause della migrazione, al fine di complementare l’impegno della Commissione di investire 2,6 miliardi di euro. Si parla poi di accelerare i ricollocamenti dei rifugiati siriani, iracheni e eritrei presenti nel nostro Paese e di fare pressione su Tunisia, Egitto e Algeria, i Paesi al momento più stabili della regione, a partecipare alle operazione di ricerca e salvataggio nel Mediterraneo. Si invita anche a velocizzare le discussioni sulla riforma del sistema di Dublino sul diritto di asilo, per trovare un accordo in tempi più brevi, e si chiede di mettere a disposizione dell’Italia mezzi per contribuire alle politiche di rimpatrio dei migranti irregolari.
LE RICHIESTE ALL’ITALIA – Ma anche all’Italia vengono fatte delle richieste. Si invita il nostro paese a scrivere un codice di condotta, insieme alla Commissione, per le Ong su come condurre attività di ricerca e salvataggio nel Mediterraneo. Si chiede di registrare tutti gli eritrei, per facilitare il programma di ricollocamento dei rifugiati, che è riservato a persone di questa nazionalità (oltre che a siriani e iracheni) e di applicare in fretta il decreto Minniti aumentando i centri per le registrazioni, le capacità di accoglienza nei centri di detenzione per portarle “urgentemente” a 3mila, aumentare il periodo massimo di detenzione accompagnandolo a misure simili agli arresti domiciliari, velocizzare le procedure di rimpatrio, e stilare una lista di Paesi sicuri, per i cui cittadini respingere le domande di asilo.