Bruxelles – I paesi Ue faticano a rispettare i limiti delle emissioni che incidono sull’inquinamento atmosferico e le difficoltà maggiori si registrano nei settori dell’agricoltura e dei trasporti. Secondo i dati del rapporto “NEC Directive reporting status 2017” dell’Agenzia europea dell’ambiente (Aea), sono undici gli Stati membri che nel 2015 hanno superato i limiti di inquinamento atmosferico fissati dalla direttiva Nec (National emissions ceilings): Austria, Belgio, Danimarca, Finlandia, Francia, Germania, Ungheria, Irlanda, Lussemburgo, Spagna e Svezia.
La normativa europea fissa i limiti massimi di emissioni per i cinque principali inquinanti atmosferici: ossido di azoto (NOx), composti organici volatili non metallici (Covnm), biossido di zolfo (SO2), ammoniaca (NH3) e particolato fine (PM 2,5). Inquinanti, questi, che contribuiscono alla cattiva qualità dell’aria provocando rischi per la salute umana, oltre a danneggiare la vegetazione e gli ecosistemi sensibili.
Risulta piuttosto rilevante , dunque, che 11 paesi abbiano segnalato il superamento dei loro massimali nazionali, senza contare che sulla base delle emissioni previste e delle politiche e misure attualmente in atto, 18 paesi non si considerano sulla strada giusta per riuscire a rispettare gli impegni previsti per il 2020 in termini di riduzione delle emissioni. Sono 22 invece, dando un quadro ancora più negativo della situazione, il numero di Stati che non si dicono pronti a rispettare gli impegni presi per il 2030.
La buona notizia, invece, la danno i numeri complessivi dell’Ue relativi a tre inquinanti, Covnm, SOx e PM 2,5, che sono già al di sotto delle soglie di riduzione fissate per il 2020, e solo per il NOx sarebbe necessaria un’ulteriore riduzione al fine di rispettare gli impegni sottoscritti. Ulteriori riduzioni, tuttavia, risultano necessarie se l’Ue vuole raggiungere gli obiettivi di più lungo termine fissati al 2030.