Bruxelles – Il presidente della Generalitat di Catalogna Carles Puigdemont ne è sicuro e ne da conferma: il referendum per l’indipendenza della regione dalla Spagna previsto per il primo di ottobre si farà, nonostante la consultazione popolare non sia prevista dalla Costituzione spagnola e nonostante il governo centrale di Madrid abbia già insistito più volte sull’impossibilità di realizzarlo. Questo però sembra non interessare a Puigdemont che intervistato da Repubblica ha insistito sulla natura “aperta e generosa” della Costituzione Spagnola, che “permetterebbe una Nazione di Nazioni”, chiarendo che “il tentativo di colpo di Stato del 1981 ha cambiato molte cose” e ha reso l’Unità di Spagna un “dogma religioso per i funzionari e i burocrati al potere”. “Sarebbe più facile discutere col Papa dell’esistenza di Dio”, ha incalzato Puigdemont.
Di fronte alle resistenze di Madrid, la giunta catalana ha in serbo una legge che verrà presentata domani, col fine di rendere legale la consultazione, almeno per il governo catalano. La legge che disciplina le procedure di voto, fissa un quadro normativo utile a proteggere il referendum anche dall’annullamento che potrebbe arrivare da parte della Corte costituzionale spagnola. Come specificato dal quotidiano La Vanguardia, la legge, il cui obiettivo in termini giuridici è quello di porre il referendum a un livello giuridico sovraordinato rispetto a quello della legge, si fa forte dei richiami fatti alla Convenzione Internazionale delle Nazioni Unite sui Diritti Civili e Politici del 1966 e alla Risoluzione della Corte internazionale di giustizia del 1999 che riconosce la promozione del diritto alla democrazia.
“Una grande quantità di gente vuole votare al referendum anche se non è d’accordo con l’indipendenza. Andare alle urne è questione di dignità democratica e politica. Voteremo e applicheremo il risultato del voto” ha affermato Puigdemont, assicurando che in caso di sconfitta il Parlamento verrà sciolto e si andrà alle elezioni, mentre in caso di vittoria “si aprirà una fase di transizione che ci porterà alla nuova Costituzione” e dunque, all’indipendenza, obiettivo finale a cui “si arriverà con abilità e saggezza”.