Bruxelles – Gaudron ha chiuso. Da tre giorni, complice il fine settimana, una lunga fila di persone arriva, a piedi, in auto, qualcuno in bicicletta, per mangiare una delle sue famose paste ai lamponi, o le uova benedicte o semplicemente per gustare quelli che sono stati forse i migliori croissant al burro di Bruxelles. E si fermano, questi clienti, davanti dei manifesti rosa, oramai già rovinati dalla pioggia insistente, per scoprire che Gaudron non c’è più.
“C’est fini”, come spiegava venerdì sera la moglie del gestore Pierre Mendrowski, mentre offriva un bicchiere di rosato ghiacciato ai clienti più fedeli. Quelli che sapevano che una storia stava finendo, che un salotto, un po’ “bobo”, un po’ “posh”, ma che offriva cibi di alta qualità in una delle piazze più belle di Ixelles, un comune di Bruxelles Sud, aveva salutato i suoi ospiti per l’ultima volta. In un quartiere, Place Brugmann, abitato da tanti belgi ma anche tanti, tantissimi italiani, francesi, britannici.
La terrazza di Gaudron, che sarebbero i tavolini all’aperto sul largo marciapiede è vuota oramai. Restano le tende con l’insegna avvolte, le sedie sono accatastate dentro, non c’è più il profumo di baguette (anche qui, le più costose, ma anche tra le più buone di Bruxelles).
Un grande imprenditore della ristorazione, Serge Litvine (che possiede a Bruxelles una decina tra ristoranti stellati come la Villa Lorraine e posti meno costosi) , ha comprato i locali nel 2013, e da allora è iniziata la resistenza di Mendrowski. Che poi ha ceduto, quando alla prima scadenza l’affitto è passato da 2.500 a 8.500 euro al mese. Ha tentato una battaglia in tribunale, spiegando che il suo ristorante (che poi non era veramente un ristorante, ma qualcosa a metà tra una rosticceria di lusso e un locale dove si servivano brunch) aveva contribuito al rilancio del quartiere, che lui ha 28 dipendenti che si troveranno a spasso, che l’aumento dell’affitto era una richiesta sleale poiché veniva da un potenziale concorrente.
L’amico traditore e la giustizia inflessibile
Niente, come spiega un architetto brussellese che conosce bene la storia “Mendrowski è stato anche tradito da un amico che in questi anni ha fatto il ‘doppio gioco’ con Litvine… moralmente ha tutte le ragioni, ma dal punto di vista legale non c’era niente da fare”.
Per la giustizia belga Litvine può prendere tutto, ma può abbandonare il personale, che è una cosa che sembra preoccupare molto Mendrowski, che con molte di quelle persone ha lavorato fianco a fianco per oltre dieci anni. Il nuovo proprietario dice che è pronto a valutare qualche assunzione, che chi è stato licenziato può farsi avanti. E entro sei mesi ci sarà una nuova “cosa”. Ancora non si sa bene cosa, certamente sarà un’impresa di ristorazione, probabilmente un nuovo “Traiteur de la Villa Lorraine”, un posto dove acquistare buon cibo da asporto, e dove mangiare anche qualcosa. Un nuovo Gaudron in sostanza, ma con un nuovo proprietario e un nuovo “savoir faire”, come si dice qui.