Bruxelles – Con il via libera dato dal Bundestag ai matrimoni gay arrivato nella mattinata di oggi, la Germania diventa il quindicesimo Paese europeo dove persone dello stesso sesso potranno convolare a nozze. La novità arriva dopo l’apertura manifestata nei giorni scorsi dalla cancelliera tedesca Angela Merkel che, pur votando contro il disegno di legge, ha lasciato i deputati del suo partito, Cdu (Unione Cristiano-Democratica di Germania), liberi di esprimersi liberamente sulla questione.
Con la conquista del diritto a sposarsi, i cittadini omosessuali tedeschi si aggiungono a quelli di altri 22 Paesi del resto del Mondo, dove è previsto tale diritto. Di questi, 15 sono europei, che hanno fatto scuola nel Mondo con l’Olanda come primo ad aprire ai matrimoni tra omosessuali nel 2001. I matrimoni tra persone dello stesso sesso in europa sono possibili anche in Belgio, Spagna, Svezia, Portogallo, Danimarca, Francia, Regno Unito, da cui però rimane ancora esclusa l’Irlanda del Nord, Lussemburgo, Finlandia, Irlanda, Slovenia e la Germania, oltre che in Norvegia e Islanda (Paesi europei ma fuori dall’Ue).
Diversa la forma di tutela e riconoscimento delle unioni tra persone dello stesso sesso prevista da Ungheria, Repubblica Ceca, Austria, Croazia, Grecia, Cipro, Malta, Svizzera e Italia (a partire dal 2016), che hanno introdotto le unioni civili. Istituto che non è comparabile in tutto e per tutto a quello del matrimonio, ma che prevede un riconoscimento legale delle unioni e che fu legalizzato per la prima volta nel mondo dalla Danimarca nel 1989.
Dunque, se i Paesi nordici hanno contribuito ad aprire la via verso l’accettazione dei matrimoni gay, seguiti via via dai Paesi dell’Europa centrale e mediterranea, con uguali o diverse forme di tutela, le uniche reticenze, ad oggi, permangono nell’Est Europa. Nessun tipo di diritto o tutela viene previsto da Lettonia, Lituania, Bulgaria, Polonia, Romania e Slovacchia. L’unica eccezione è rappresentata dall’Estonia, primo paese dell’ex-blocco sovietico ad aver legalizzato le unioni civili nel 2014.
Per quanto riguarda i Paesi membri dell’Ue sale quindi a 21 su 28 il numero di Stati che prevedono forme di tutela per le coppie omosessuali, mentre sono 13 quelli dove è possibile l’adozione da parte di coppie omosessuali, anche di bambini senza alcun legame biologico con nessuno dei due partner: Austria, Belgio, Danimarca, Finlandia, Francia, Lussemburgo, Malta, Paesi Bassi, Spagna, Svezia, Regno Unito, Olanda Portogallo e Irlanda. Le adozioni da parte di coppie gay sono previste anche in Norvegia e Islanda, paesi non membri dell’Ue.
La formula della stepchild adoption che tanto aveva fatto discutere in Italia è invece prevista da Croazia, Estonia, Slovenia, Germania e Grecia. In quest’ultimo paese, la possibilità per il genitore non biologico della coppia di adottare il figlio, naturale o adottivo, del partner, non è stata formalmente introdotta come disposizione legislativa, ma viene di fatto resa possibile dalla possibilità di adozione da parte dei single. Nulla quindi, dovrebbe vietare al non-genitore di adottare il figlio del partner come single e non in quanto compagno dell’unione civile.